Agricoltura sempre meno familiare, ma sempre più impresa. Questo – spiega Coldiretti Lombardia – emerge dall’analisi dei dati provvisori dell’ultimo censimento Istat sull’occupazione nel settore agricolo in Lombardia, dove ci sono 132 mila addetti.
E se, rispetto a dieci anni fa, calano fra il 23 e il 25 per cento quelli in qualche modo legati fra loro da vincoli familiari con il titolare dell’azienda (coniuge e parenti vari), aumentano invece di oltre il 45 per cento gli addetti esterni, passati dai 23.660 del 2000 ai 34.457 del 2010 (anno conclusivo della rilevazione Istat).
Si tratta – afferma Coldiretti Lombardia – di un segnale di evoluzione del tessuto produttivo che vede ridursi il tradizionale modello familiare a favore di uno più imprenditoriale di organizzazione dei fattori della produzione e di gestione del personale. Si tratta – commenta Coldiretti Lombardia – di un processo molto concentrato negli ultimi dieci anni e che è andato di pari passo con la riduzione delle aziende agricole il contestuale aumento delle loro dimensioni e dei terreni da loro coltivati.
La dimensione media aziendale infatti – spiega Coldiretti Lombardia – è passata in dieci anni, a livello regionale, da 14,6 a 18,4 ettari contro i 7,9 ettari della media italiana. Le imprese sono diventate più grandi a Mantova, Brescia, Milano e Sondrio con aumento delle superfici di oltre il 30 per cento. La punta massima di crescita è stata registrata da Pavia con il 47,4 per cento, mentre Lodi ha il record regionale in termini di superficie assoluta con 42,1 ettari per azienda. I valori più bassi si trovano a Lecco (6,2 ettari) e Varese (7,2 ettari). Le fasce montane e pedemontane sono anche quelle che hanno pagato di più in termini di estensione negli ultimi dieci anni: Lecco ha avuto un crollo di oltre il 36 per cento, Varese di quasi il 21 per cento e Como di quasi il 24 per cento.