9 Novembre 2011
LOMBARDIA – RIFLESSIONI SULLA GIORNATA DEL RINGRAZIAMENTO

Ancora una volta ci è concesso di elevare a Dio, Padre provvidente, un inno vivissimo di lode per i frutti della terra e del lavoro dell’uomo, celebrando l’annuale Giornata del ringraziamento. Ringraziare è sempre un gesto alto e bello, che nobilita chi lo compie. Per noi è un atto doveroso, soprattutto al termine di un anno agricolo segnato dalle conseguenze di una grave crisi economica e finanziaria, ma anche gravido di quella speranza che sgorga dal primato che riconosciamo a Dio solo.

Per questo, abbiamo scelto come titolo di questa Giornata un’espressione evocativa, che ci rimanda al dialogo serrato che il Papa Benedetto XVI ha sviluppato nel suo recente viaggio in Germania: “Solo con Dio c’è futuro”, anche nelle nostre campagne! Solo con Dio, infatti, c’è il gusto del lavoro. Solo con lui il sudore della fronte è asciugato da mani solidali. Dio entra così nelle nostre fatiche, si fa compagno di strada di ogni nostro passo, verso mete di luminosa speranza.

Nelle nostre terre, in ogni angolo d’Italia, ne sono segno perenne le tante le pievi di campagna: sono chiese semplici, belle, a misura d’uomo. Per secoli sono state compagne di viaggio nelle mille vicende, segnate dalla fatica e dalla speranza, del nostro vivere sociale. Queste pievi, amate e curate, testimoniano che Dio è lo sposo fedele delle nostre terre. Ci dicono con eloquenza che noi apparteniamo a lui, che con Dio possiamo davvero aspirare a un futuro di benessere e di forza. Vere catechesi di bellezza, ci ricordano che Dio va messo al primo posto, perché solo allora ogni altra realtà sta al suo giusto posto.

Quando, invece, non c’è Dio nella vita delle nostre campagne, anche il pane non solo non ci sazia, ma anzi si trasforma in pietra, pesante e rude. Quando viviamo nell’egoismo, nella chiusura del cuore e delle mani, nel latifondo e nei respingimenti, nell’inquinamento delle terre, nella speculazione sul grano, nel lavoro nero degli immigrati, il nostro pane diventa pietra e serve a innalzare muri tetri e invalicabili.
 
Al contrario, se con la forza del Vangelo e la chiarezza della dottrina sociale della Chiesa sapremo porre Dio al vertice di ogni nostra fatica, allora ogni lavoro diverrà pane che sazia, le nostre mani si apriranno all’accoglienza fraterna e gli immigrati saranno accolti e rispettati nella loro dignità di persone.

Così il grano biondeggerà sulle nostre colline, per farsi pane condiviso, offerto al cielo da comunità ospitali e vivaci, fedelmente vicine alla gente dei campi e delle montagne. Se la terra sarà amata come dono gratuito di Dio Padre, sarà anche custodita da imprenditori agricoli intelligenti e attivi, capaci di speranza, pronti a investire, per “intraprendere” anche con notevoli rischi economici. Vorremmo, in particolare, esprimere la nostra ammirazione e benedire l’opera di quei giovani imprenditori che hanno scelto di ritornare alla terra, nel lavoro agricolo.

Essi sono cresciuti più del sei per cento in tutta Italia, indice di un riscoperto amore alla terra, scelta per vocazione e non per costrizione. È consolante constatare che proprio nell’agricoltura le nuove leve
stanno ritrovando dignità e forza. Non basta, però, ammirare chi investe nella terra. Questi giovani vanno aiutati e accompagnati, a cominciare da un chiaro impegno educativo, nella linea degli Orientamenti pastorali per il decennio Educare alla vita buona del vangelo.

È un impegno che parte dalla scuola, dove si apprende la stima per ogni arte e ogni impiego. Tutti i lavori hanno pari dignità, perché è l’uomo a dare dignità al lavoro e non il lavoro a rendere grande l’uomo: il lavoro, infatti, è fatto per l’uomo! In quest’azione di sostegno e promozione, è decisivo il ruolo degli istituti di credito: pensiamo,
in particolare, alla nobile tradizione delle casse rurali, oggi banche di credito cooperativo, nate all’interno delle comunità ecclesiali e che tanto hanno giovato a trasformare le campagne, costituendone un elemento di garanzia e di sviluppo sociale, economico e culturale (cfr Frutto della terra e del nostro lavoro, n. 17).

È anche evidente che, in una crisi tanto dura, non dovranno certo essere le campagne a pagare il prezzo più alto. Per questo va rilanciata la cooperazione, perla di autentica crescita in tante terre d’Italia. Dio, Padre provvidente, ci doni stagioni ricche di frutti e terre benedette, perché non manchi mai il pane fragrante sulle nostre mense e il pane del cielo nelle nostre chiese.

Roma, 4 ottobre 2011
Festa di San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia
La Commissione Episcopale
per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace

Il pensiero di Don Claudio Vezzoli

Ogni anno abbiamo la grazia di poter ringraziare il Signore per i frutti che la terra ha donato con le sue produzioni di olio,cereali,vino,legumi,ortofrutta,salumi e prodotti lattiero-caseari : la giornata del ringraziamento incarna benissimo il mondo agricolo e di valori cristiani che da sempre lo hanno contraddistinto.

Nello stesso tempo una particolare attenzione ai temi della tutela e della salvaguardia del creato ed, in modo particolare, del territorio, dove l’agricoltura rispetti la terra e la salute dei cittadini piuttosto che seguire i facili guadagni. Custodire il creato per coltivare la pace ed il valori della solidarietà, vuol dire ritrovare le radici di questi valori partendo da Dio, il quale creò l’uomo  a sua immagine e somiglianza con il mandato di fare della terra una giardino accogliente. E’ un discorso che riguarda ciascuno di noi in quanto impegnati a realizzare il disegno divino di governare il mondo  nello stile della gratuità, con santità e giustizia.

Nel 1998 l’Europa ha celebrato il novecentesimo centenario della nascita di Ildegarda di Bingen, la santa tedesca nota agli studiosi per la musica corale, e per la miniatura, cresciuta all’interno di un monastero di tradizioni irlandesi ha usato la quest’ ultima come mezzo espressivo per comunicare le sue visioni dal punto di vista teologico.

Nel suo”Libro della medicina semplice” ed in quello relativo alle “ Cause e cure dell’infermità” Ildegarda aveva consegnato al suo tempo la grande esperienza acquisita nell’ambito delle terapie naturali, di cui oggi si è riscoperta l’efficacia. La sua vita è stata un equilibrio eccezionale tra vita attiva e vita contemplativa: la sua convinzione che il corpo meritava rispetto ed altrettanto si sarebbe dovuto alla natura.
 
Colpisce, a distanza di secoli, la sua consapevolezza del “rischio ecologico” da lei interpretato come un rischio anche per la salvezza spirituale. Questa santa nata nel 1098 e morta nel 1179 così ha scritto:”L’aria è così sporca che gli uomini non osano neppure respirare a pieni polmoni e il verde vien meno, a causa della follia di chi insegue solo il proprio piacere e poi rimprovera a Dio di non farsi mai vedere”. Sembrano parole scritte qualche anno fa!

Ringraziare è sempre un gesto alto e bello, che nobilita chi lo compie. Per noi è un atto doveroso, soprattutto al termine di un anno agricolo segnato dalle conseguenze di una grave crisi economica e finanziaria, ma anche gravido di quella speranza che sgorga dal primato che riconosciamo a Dio”. Si apre così il Messaggio per la Giornata del Ringraziamento (13 novembre), che evidenzia “l’opera di quei giovani imprenditori che hanno scelto di ritornare al lavoro agricolo” (+6%), “indice di un riscoperto amore alla terra”. 

Il messaggio ci offre molti spunti di riflessione e di impegno come cristiani, come associazione, come famiglie e come singoli là dove la forza del vangelo e la chiarezza della dottrina sociale della chiesa “saprà porre “ Dio al vertice di ogni nostra fatica, allora ogni lavoro diverrà pane che sazia, le nostre mani si apriranno all’accoglienza fraterna e gli immigrati saranno accolti e rispettati nella loro dignità di persone.”

Il messaggio non manca di ricordare il ruolo decisivo degli istituti di credito ovvero le casse rurali oggi banche di credito cooperativo nate all’interno delle comunità ecclesiali per sostenere e trasformare le nostre campagne, garanzia di sviluppo sociale ed economico e stimolo a rilanciare la cooperazione.

In conclusione :”Dio, Padre provvidente, ci doni stagioni ricche di frutti e terre benedette, perché non manchi mai il pane fragrante sulle nostre mense e il pane del cielo nelle nostre chiese”.

Un buon raccolto a tutti !

Don Claudio Consigliere regionale della Coldiretti Lombardia

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