Coldiretti Mantova plaude l’intervento di Regione Lombardia che si farà portavoce in Parlamento e nella Conferenza delle Regioni, affinchè vengano prese in esame alcune deroghe al decreto sulla Terra dei fuochi e consenta agli agricoltori di bruciare resti di potature, sfalci e ramaglie senza incorrere nelle sanzioni adottate nella legge Europea n.6 del 2014.
Si tratta di una problematica rilevante per il nostro territorio – afferma Mauro Dondadirettore Coldiretti Mantova – che, specie nelle zone vocate alla coltivazione viticola e frutticola, ma anche nell’area del vivaismo cannetese, sta creando seri problemi alle imprese agricole. Stiamo parlando di una pratica agronomicamente corretta – continua Donda – che, se effettuata sotto controllo e con le dovute attenzioni, contribuisce a debellare la diffusione di molte malattie delle piante di origine batterica o funginea ma anche la corretta gestione del territorio attraverso la manutenzione del verde nelle aree marginali. Questa normativa – conclude Donda – avrebbe anche risvolti negativi sulla gestione dell’impresa agricola in termini di costi per lo spostamento degli scarti verso centri di raccolta e conseguenti adempimenti burocratici.
L’assessore all’agricoltura di Regione lombardia – Gianni Fava - appoggia dunque la risoluzione presentata in Consiglio regionale e assicura il proprio fattivo intervento, a beneficio degli agricoltori.
«E’ incomprensibile e ingiusto equiparare un tranquillo agricoltore delle montagne della Lombardia a un delinquente che brucia rifiuti tossici nella Terra dei fuochi. Dovrà prevalere il buon senso e si dovrà fare in modo che il rispetto del diritto non inciampi nel delirio della burocrazia». L’assessore, in particolare, si riferisce agli imprenditori agricoli che, per esigenze logistiche, sono costretti a bruciare i resti di potature, sfalci e ramaglie sul terreno dell’azienda, in quanto l’assenza di centri di raccolta degli scarti vegetali imporrebbe ulteriori costi per il trasporto.