La prossima riforma della Politica Agricola Comunitaria (Pac 2014-2020) – afferma Paolo Carra Presidente Coldiretti Mantova – comporterà importanti cambiamenti per il nostro comparto agricolo a seguito delle decisioni che Stato e Regioni dovranno prendere entro il prossimo luglio.
La nostra organizzazione, in questa fase, sarà parte attiva nei vari confronti con le Istituzioni intervenendo per migliorare possibili effetti negativi che questa riforma potrebbe arrecare alle imprese.
Già dal 2005 (riforma Fischler) con l’assegnazione dei titoli disaccoppiati, la Comunità Europea ha inteso promuovere un’agricoltura sostenibile che rispondesse maggiormente alle esigenze di mercato, completando in tal modo la transizione degli aiuti al prodotto ad aiuti al produttore. Questo ha portato ad una maggior flessibilità nelle scelte produttive, garantendo stabilità dei redditi agricoli e contemporaneamente disincentivando la scelta produttiva in relazione al maggior contributo percepito.
Con la riforma 2014-2020, che di fatto partirà nel 2015-2020, questo sostegno al reddito sarà sicuramente modificato a fronte di un budget per i pagamenti diretti che passa dai 4,1 mld di euro del 2013 ai 3,7 mld di euro nel 2019 con riduzioni progressive annuali. Ma oggi più di ieri gli Stati membri dell’Ue hanno voce in capitolo su decisioni determinanti per il reddito delle proprie imprese: dalla definizione di agricoltore attivo, che avrà diritto all’assegnazione dei nuovi titoli nel 2015, voluta fortemente dalla Coldiretti, fino alla scelta della tipologia di aiuti che costituiranno i nuovi pagamenti diretti. Tali pagamenti vengono suddivisi in pagamento di base, greening e giovani agricoltori, (scelte obbligate) a cui si potranno aggiungere un pagamento redistributivo per i primi 30 ettari, un sostegno per le aree svantaggiate, un pagamento per i piccoli agricoltori ed i premi accoppiati .
Un esercizio corretto della nuova politica comunitaria – continua Carra - concederebbe sempre meno spazio a forme di “assistenzialismo” che favorirebbero quei soggetti che, pur non esercitando attività agricola, ritengono di aver diritto al contributo in funzione di attività passate. Una logica che necessariamente deve essere superata e sostenuta da tutte quelle Organizzazioni Sindacali, in primis da Coldiretti, per dare una continuità, una programmazione e un futuro ai produttori agricoli.
Il compito della nostra organizzazione – conclude Carra – sarà quello di vigilare sulle decisioni che porteranno all’attuazione della nuova PAC entro luglio 2014. Con determinazione sosterremo la definizione di Agricoltore attivo solo a favore delle imprese che realmente traggono reddito dall’attività agricola. Siamo consapevoli che, su questa definizione diAgricoltore attivo, si giocherà una grande partita che noi di Coldiretti porteremo fino in fondo per garantire all’agricoltore che vive di agricoltura il massimo sostegno possibile.