Mentre l’inquinamento aumenta, i campi diminuiscono: ogni anno ad ogni abitante della provincia di Milano vengono tolti per essere urbanizzati quasi 2 metri e mezzo quadrati di verde agricolo. Inoltre nella città di Milano dal 2006 a oggi sono stati cancellati 130 ettari di terreni rurali: un calo di oltre il 5 per cento che ha fatto scendere il verde agricolo metropolitano sotto la soglia dei 2.300 ettari.
 
Si tratta – spiega la Coldiretti di Milano Lodi e Monza Brianza – di un effetto a tenaglia che incide sulla qualità della vita e sulla qualità dell’aria, soprattutto attorno al capoluogo lombardo che proprio in questi giorni sta tornando in piena emergenza smog e polveri sottili. Le centraline milanesi hanno rilevato infatti un livello di PM10 fra i 110 e i 138 microgrammi per metro cubo, pari a oltre il doppio della soglia di 50 microgrammi. 

Dati emblematici di una situazione preoccupante sulla quale le misure di intervento sono per forza diversificate – spiega la Coldiretti di Milano – ma che in ogni caso devono partire da una difesa e da un potenziamento sia delle aree verdi in città che di quelle attorno, come ad esempio il Parco Agricolo Sud Milano o il Parco Nord, che sono vere e proprie scialuppe di salvataggio per i polmoni dei milanesi.

“I 2.280 ettari di verde agricolo della città di Milano – spiega Carlo Franciosi, Presidente della Coldiretti di Milano Lodi e Monza Brianza – sono un patrimonio ambientale di alto valore, considerato anche che sull’intera provincia il suolo urbanizzato aumenta alla velocità di ventimila metri quadrati al giorno. Gli agricoltori sono una risorsa e un loro maggiore coinvolgimento nelle decisioni che riguardano la città sarebbe solo una vantaggio per tutti”.