L’acqua che verrà usata per l’Expo deve tornare alla terra e non finire nel sistema fognario o dispersa lungo il corso dell’Olona, altrimenti le zone a sud di Milano rischiano di pagare un deficit idrico di almeno 3 metri cubi al secondo, con problemi di irrigazione verso Pavia e verso Lodi. A lanciare l’allarme è la Coldiretti di Milano Lodi e Monza Brianza proprio mentre si rincorrono i progetti delle vie d’acqua attorno alla grande area Expo di Rho Pero.
“Negli ultimi 50 anni l’espansione urbanistica di Milano ha stravolto un reticolo irriguo che risale ai tempi di Leonardo da Vinci, abbassato la quota naturale della falda e ridotto le aree agricole che generavano naturalmente scorrimenti naturali di acqua dai terreni – spiega Alessandro Ubiali, Presidente della Coldiretti di Milano Lodi e Monza Brianza - adesso qualsiasi sottrazione o modifica dello scorrimento delle acque senza ritorno nei canali principali come ad esempio il Naviglio Grande rischia di creare scompensi seri a tutto il patrimonio irriguo agricolo”.
Le zone più colpite sono quelle a sud est del capoluogo lombardo, a valle dei depuratori di Nosedo e di San Rocco. “Per questo – aggiunge Ubiali – è strategico il rifornimento idrico della Darsena e la riqualificazione del cavo Ticinello, non possiamo certo permetterci di sprecare anche una sola goccia d’acqua. Quindi va bene l’anello azzurro a servizio dell’Expo ma quell’acqua deve tornare alla terra agricola in particolare su quel triangolo verde ai cui vertici si trovano Milano Pavia e Lodi”.