13 Dicembre 2021
Natale, crollo dei viaggi all’estero: lo scenario varesino

VARESE – Solo 800mila italiani si recheranno all’estero per le vacanze di Natale con un crollo del 58% rispetto a prima della pandemia nel 2019. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’indagine di Federalberghi sugli italiani in vacanza per le festività di fine anno. L’annuncio di nuove restrizioni in molti Paesi per effetto della variante Omicron spinge a dire addio alle grandi capitali europee e alle destinazioni più lontane ma provoca anche una diffusa incertezza che sta facendo posticipare prenotazioni e programmi di fine anno.

Il risultato è che un numero crescente di italiani sta pensando di rimanere in patria magari organizzando una vacanza di prossimità. A far la parte del leone delle ferie a km zero sono soprattutto i piccoli borghi che – sottolinea Coldiretti Varese – consentono di coniugare la voglia di tranquillità con la possibilità di godere di spazi di libertà più ampi lontano dalle città o dai luoghi turistici più affollati.
Questo fenomeno è favorito anche dalla diffusione capillare dei 5mila piccoli comuni italiani che incrementa la capacità di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali: un’opportunità anche per il territorio della provincia di Varese, dove i piccoli borghi tra laghi e valli si preparano ad accogliere i turisti in arrivo dalle grandi città e, in particolare, dall’area metropolitana milanese.
A garantire l’ospitalità nei piccoli centri è soprattutto la rete fitta e sinergica delle strutture agrituristiche, sempre più tra le preferite anche per il cenone o il pranzo di Natale in famiglia.
Ma l’interesse dei turisti per i piccoli centri è importante – continua Coldiretti – anche per la ricerca del buon cibo con il 16% dei vacanzieri che partecipa ad eventi gastronomici che aiutano a salvare una parte consistente del patrimonio agroalimentare Made in Italy a partire dai 5333 prodotti alimentari tradizionali coltivati da generazioni dagli agricoltori che non hanno solo un valore economico ma anche storico, culturale ed ambientale ma garantiscono la sopravvivenza della popolazione anche nelle aree interne più isolate.
Non a caso il 92% delle produzioni tipiche nazionali secondo l’indagine Coldiretti/Symbola nasce proprio nei piccoli borghi italiani con meno di cinquemila abitanti, un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari.

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