30 Marzo 2010
Pavia, Stefano Ravizza nell’esecutivo di Giovani Impresa Nazionale

 La ripresa prende spunto dall’entusiasmo e dalle idee degli imprenditori più giovani

Stefano Ravizza, ventiseienne imprenditore di Stradella nel settore vitivinicolo, delegato regionale della Lombardia per Giovani Impresa, l’associazione che raggruppa i giovani imprenditori di Coldiretti, è stato eletto nell’esecutivo nazionale di Giovani Impresa.
La notizia, seppure rilevante, di per sé avrebbe importanza solo per gli addetti ai lavori, in realtà riveste un significato molto più ampio. Andiamo per gradi. I giovani imprenditori aderenti alla Coldiretti sono oltre 40.000 in rappresentanza di altrettante aziende agricole e in generale praticano un’agricoltura innovativa, rispettosa dell’ambiente che offre servizi e prodotti tendenti a migliorare la qualità della vita. L’azienda agricola giovane in Italia, quella che aderisce a Coldiretti, rappresenta un’impresa orientata allo sviluppo, ottimista, fortemente motivata, con un alto livello culturale, che pratica un’attività in continua trasformazione, capace di interpretare le esigenze della società e promuovere le peculiarità del proprio territorio e della propria produzione differenziandosi e caratterizzando l’offerta.
Secondo una recente indagine condotta da Coldiretti in collaborazione con SWG tra le imprese giovani, per il 60 per cento degli intervistati, la situazione economica migliorerà nei prossimi dodici mesi. I problemi che attanagliano l’agricoltura odierna, secondo gli under 30 di Coldiretti, attengono preminentemente alla scarsa capacità contrattuale all’interno della filiera dove prevalgono il sistema distributivo e l’industria (per il 49%), seguito dall’eccesso di burocrazia (41%) e anche se distanziata, (10%), dalla difficoltà di accesso al credito. Per contro, l’indirizzo da seguire per crescere e dare forza allo sviluppo, è caratterizzato dall’orientamento verso la trasformazione dei prodotti e la vendita diretta (67%), la realizzazione di servizi ricettivi e turistici (19%) e solo il 14% ritiene di puntare sull’aumento della produzione. Un quadro che indica chiaramente l’indirizzo dei giovani agricoltori verso l’accorciamento della filiera e il rapporto diretto con i consumatori. L’investimento nella propria attività è, per i giovani, il cardine su cui far ruotare le possibilità di successo. Ben il 78 per cento ha realizzato investimenti in azienda nel corso del 2009 contro il dato, comunque elevato, del resto dell’agricoltura che si attesta al 35%. La stessa misura che, tra i giovani, prevede un ulteriore sviluppo nel corso del 2010. In sintesi questi sono i dati raccolti dall’indagine Coldiretti SWG:

cosa pensano i giovani imprenditori agricoli
46% ritengono abbastanza soddisfacente la situazione economica aziendale
60% ritengono che la situazione economica aziendale migliorerà nei prossimi 12 mesi
49% ritengono che il problema più rilevante sia lo scarso peso del settore nella filiera
78% hanno realizzato investimenti nel 2009
80% nei prossimi tre anni puntano a espandere l’attività o a innovare
55% fanno attualmente vendita diretta ai consumatori
67% puntano sulla trasformazione e vendita diretta per sviluppare l’azienda
74% vogliono incrementare la vendita diretta nei prossimi anni
91% ritengono molto o abbastanza significativo il progetto “filiera tutta agricola e tutta italiana”

“Intendo sviluppare la comunicazione tra tutti i giovani imprenditori italiani – ha dichiarato il delegato provinciale e regionale di Giovani Impresa Stefano Ravizza – agricoli e non solo, per sfruttare l’enorme volano di sviluppo rappresentato dall’entusiasmo e dalla voglia di crescere professionalmente ed economicamente propria della nostra età. Dobbiamo guardare alle imprese e alle loro esigenze stringendo una forte alleanza con i consumatori per eliminare le speculazioni e le truffe che danneggiano l’intero sistema Italia. L’agricoltura di oggi sta interpretando antiche conoscenze e tradizioni in chiave moderna ponendo a disposizione dei cittadini la cultura della terra. Ne sono esempi concreti le iniziative di vendita diretta, di partecipazione all’allevamento e alla coltivazione con le esperienze di “adozione” degli animali e delle piante, ma anche i future sul vino, i prodotti fortemente territoriali, i marchi di garanzia, il consumo a chilometri zero, le fattorie sociali e didattiche. L’agricoltura può dare molto alla società e ricavarne soddisfazione e gratificazione. I giovani sono gli interpreti più aperti della nuova agricoltura”.

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