27 maggio 2022
Peste suina, a rischio 4 salumi di qualità su 5
Coldiretti: abbattere cinghiali, veicolo malattia
In Lombardia oltre la metà dei maiali italiani
La diffusione della peste suina minaccia quattro salumi di qualità su cinque prodotti in Lombardia, che rischiano di scomparire se il virus dovesse diffondersi negli allevamenti di maiali. È quanto afferma la Coldiretti in occasione del blitz di agricoltori, cittadini e istituzioni scesi in piazza a Roma con la principale organizzazione agricola nazionale, per denunciare l’invasione dei cinghiali e chiedere di fermare questa calamità che diffonde il virus della peste suina, distrugge i raccolti, aggredisce gli animali, assedia le stalle e causa incidenti stradali.
“Più volte abbiamo denunciato i pericoli della proliferazione e diffusione senza freni di questi ungulati – afferma Stefano Greppi, Presidente di Coldiretti Pavia – I casi di cinghiali trovati positivi al virus della peste suina nel Lazio, in Piemonte e in Liguria ci preoccupano fortemente visto che nella nostra Regione alleviamo oltre la metà dei maiali italiani. Se il contagio dovesse arrivare nelle nostre stalle, il danno sarebbe gravissimo: servono azioni più incisive e un piano nazionale di abbattimento per garantire la sicurezza dei cittadini e la salute degli animali negli allevamenti”.
"Per fermare l’invasione dei cinghiali nelle campagne e nelle città siamo pronti a chiedere l’intervento dell’esercito - afferma il presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini a margine della manifestazione in piazza SS. Apostoli a Roma - Questa è l’ultima manifestazione pacifica che facciamo, se non otterremo risultati la prossima volta saremo a Montecitorio poiché non è assolutamente sostenibile la situazione nella quale ci hanno messo. A causa dei cinghiali abbiamo perso ottocentomila ettari coltivati, mettendo a rischio la nostra capacità produttiva in un momento peraltro delicato a causa della guerra in Ucraina. E’ paradossale che con i costi fuori controllo noi dobbiamo spendere di più per coltivare e il raccolto ci vien distrutto dai selvatici. Ma ci sono anche agricoltori che hanno addirittura perso la vita a causa dei cinghiali – ha continuato il presidente della Coldiretti - e in un Paese normale ciò non dovrebbe essere possibile".
Con l’Italia invasa da 2,3 milioni di cinghiali – spiega la Coldiretti – oltre alla peste suina è allarme per l’incolumità delle persone in campagna e in città. I branchi dei cinghiali, infatti – continua la Coldiretti Lombardia - si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, razzolano tra i rifiuti con rischi per la salute, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti. In Lombardia sono almeno novemila in dieci anni gli assalti dei cinghiali nei campi e sulle strade, secondo un’analisi della Coldiretti lombarda su dati regionali.
Una situazione che è diventata insostenibile con danni economici incalcolabili alle produzioni agricole danneggiate, dal fieno al mais, dalle patate ai piccoli frutti, dal riso alle vigne fino agli uliveti. Questi animali – continua la Coldiretti – sconvolgono l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico e non risparmiano nemmeno i muretti a secco, la cui arte è stata riconosciuta dall’Unesco patrimonio immateriale dell’Umanità.
L’invasione di vie e piazze da parte dei selvatici viene vissuta dai cittadini come una vera e propria emergenza, tanto che oltre otto italiani su 10 (81%) – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè - pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti. Il 69% degli italiani ritiene che i cinghiali siano troppo numerosi, mentre c’è addirittura un 58% che li considera una vera e propria minaccia per la popolazione, oltre che un serio problema per le coltivazioni e per l’equilibrio ambientale come pensa il 75% degli intervistati.
In tale scenario anche l’Autorità per la sicurezza alimentare Europea (EFSA) ha lanciato un appello agli Stati dell’Unione Europea chiedendo misure straordinarie per evitare l’accesso dei cinghiali al cibo e ridurne del numero di capi per limitare il rischio di diffusione della peste suina africana (psa).