8 Gennaio 2022
Peste suina, Coldiretti Como Lecco: “Subito interventi concreti, non c’è più tempo”

COMO-LECCO – “Serve subito un’azione sinergica su tutti i fronti per tutelare e difendere i nostri allevamenti da questa grave minaccia, ancor più preoccupante in un territorio, le nostre due province lariane, dove la presenza dei cinghiali è sempre più pressante”. Fortunato Trezzi, presidente di Coldiretti Como Lecco, ribadisce la richiesta Coldiretti Lombardia in riferimento al primo caso di Peste Suina Africana in Piemonte riscontrata nelle analisi sulla carcassa di un cinghiale trovato morto in provincia di Alessandria.
“Più volte abbiamo denunciato i pericoli della proliferazione e diffusione senza freni dei cinghiali” continua Trezzi. “Ora non c’è più tempo, vanno messi in campo interventi concreti e incisivi per riportare sotto controllo la gestione numerica di questi animali con modifiche alla norma nazionale e il rafforzamento delle misure a livello regionale”.
In questa direzione va riconosciuto l’impegno annunciato dall’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi Fabio Rolfi di istituire la figura del delegato dell’imprenditore agricolo, che potrà intervenire nelle attività di contenimento del cinghiale sui fondi di sua proprietà. Importante è anche l’impegno di Regione Lombardia a sburocratizzare le pratiche per gli interventi dei controllori.
Il virus della Peste Suina Africana – continua Coldiretti Como Lecco – può colpire cinghiali e maiali ed è altamente contagioso e spesso letale per gli animali, ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani. Un possibile veicolo di contagio possono essere proprio i cinghiali, il cui numero negli ultimi anni si è moltiplicato in tutta Italia fino a superare i due milioni di esemplari secondo le ultime stime.
“Questi ungulati provocano danni ingenti ai nostri agricoltori devastando campagne e raccolti, e costituiscono un grave rischio per la sicurezza dei cittadini avvicinandosi sempre più ai centri abitati e provocando incidenti stradali anche mortali”.
Il rischio che il contagio possa estendersi ai nostri allevamenti “rappresenterebbe un gravissimo danno economico per le imprese soprattutto in un territorio come quello della Lombardia, prima regione in Italia per numero di maiali allevati. La situazione che ci troviamo ad affrontare impone un attento monitoraggio anche per evitare che si possano generare strumentalizzazioni e speculazioni ai danni dei nostri imprenditori agricoli”.

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