2 Febbraio 2021
Salumi, con l’etichetta made in Italy stop all’inganno della carne straniera

Entra in vigore l’obbligo di scrivere in etichetta l’indicazione di provenienza su salami, mortadella e prosciutti per sostenere il vero Made in Italy e smascherare l’inganno della carne straniera spacciata per italiana. Lo rende noto la Coldiretti nell’annunciare che è scaduta il 31 gennaio la proroga di due mesi concessa dal Ministero dello Sviluppo economico per la piena applicazione del Decreto interministeriale sulle Disposizioni per “l’indicazione obbligatoria del luogo di provenienza nell’etichetta delle carni suine trasformate”.

Un appuntamento storico in un momento di grande crisi, per aiutare a scegliere l’82% degli italiani. Secondo un’indagine Coldiretti/Ixe’, infatti, con l’emergenza Covid i consumatori italiani vogliono portare in tavola prodotti Made in Italy. Lo fanno nel segno della sicurezza ed anche per sostenere l’economia ed il lavoro del territorio. La norcineria italiana – rimarca la Coldiretti – è un settore di punta dell’agroalimentare nazionale. Questo grazie al lavoro di circa centomila persone tra allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione. Con un fatturato che vale 20 miliardi, ma che è stato fortemente ridimensionato nel 2020 per effetto della chiusura della ristorazione che rappresenta uno sbocco di mercato importante soprattutto per gli affettati di grande qualità.

Entrata in vigore dell'etichetta made in Italy

L’entrata in vigore dell’etichetta Made in Italy sui salumi è dunque un momento di svolta per i produttori italiani, duramente colpiti dal crollo dei prezzi dei maiali e dal contemporaneo aumento di quelli delle materie prime per l’alimentazione degli animali. Durante la pandemia le quotazioni pagate agli allevatori di maiali sono crollate fino a -38%  – denuncia Coldiretti –. Solo nelle ultime settimane, proprio con l’avvicinarsi dell’introduzione dell’obbligo dell’indicazione d’origine, si è registrata una timida ripresa, secondo un’analisi del Centro Studi Divulga.

Il provvedimento è importante per garantire trasparenza nelle scelte ai 35 milioni di italiani che almeno ogni settimana portano in tavola salumi. E' quanto emerge da un’analisi Coldiretti su dati Istat. Nel contempo, l'origine in etichetta va a tutela dei 5mila allevamenti nazionali di maiali messi in ginocchio dalla pandemia e dalla concorrenza sleale.

Voltini: "Vittoria di Coldiretti, stop ai 'falsi' dall'estero"

“L’indicazione obbligatoria dell’origine in etichetta per i salumi è vitale, per porre fine all’inganno della carne straniera spacciata per italiana – sottolinea Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Cremona e Coldiretti Lombardia –. Siamo determinati a contrastare l’invasione di cosce dall’estero. Ogni anno, circa 56 milioni di “pezzi” si riversano nel nostro Paese, per ottenere prosciutti da spacciare come Made in Italy. Oggi tre prosciutti su quattro venduti in Italia sono in realtà ottenuti da carni straniere, senza che questo sia esplicitato in etichetta. Una situazione inaccettabile, che con l'applicazione del decreto avrà fine”.

Origine: Italia

Ecco cosa prevede il decreto sui salumi. I produttori dovranno indicare in maniera leggibile sulle etichette le informazioni relative a: “Paese di nascita: (nome del paese di nascita degli animali); “Paese di allevamento: (nome del paese di allevamento degli animali); “Paese di macellazione: (nome del paese in cui sono stati macellati gli animali).

Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati membri dell’Unione europea o extra europea, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: UE”, “Origine: extra UE”, “Origine: Ue e extra UE”. E' consentito lo smaltimento delle scorte fino ad esaurimento.

Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso paese, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: (nome del paese)”. Per scegliere salumi ottenuti da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia basterà cercate la presenza esclusiva della scritta “Origine Italia”. O la dicitura “100% italiano”.

“In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza. Con l’obbligo di indicare in etichetta il Paese d’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy” sottolinea Paola Bono, Direttore di Coldiretti Cremona. "Il nostro Paese ha la responsabilità di svolgere un ruolo di apripista in Europa grazie alla leadership nella qualità e nella sicurezza alimentare.”

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