“L’educazione alimentare delle nuove generazioni è cruciale per il futuro dell’Italia, in un momento in cui l’emergenza Covid ci ha messo di fronte a sfide mai immaginate prima sul fronte della salute, della sicurezza e dell’economia”. Lo ha affermato il presidente nazionale e di Coldiretti Brescia Ettore Prandini in occasione della 1° Festa dell’Educazione Alimentare nelle scuole che si è venerdì 11 giugno a Castelporziano. All'evento ha partecipato anche un gruppo di bambini bresciani provenienti dalla scuola primaria di Ghedi e di Novagli di Montichiari.
“Negli ultimi 20 anni Coldiretti ha lavorato per trasformare ciò che veniva chiamata materia prima agricola in cibo, non limitandosi a rappresentare gli interessi dei produttori agricoli italiani ma costruendo un ponte fra produttori e consumatori, fra interessi particolari e interessi generali dell’Italia - ha evidenziato Prandini -. Di pari passo abbiamo fatto crescere con le nostre imprese la rete dei servizi educativi per l’infanzia in Italia con oltre tremila fattorie didattiche che possono accogliere scuole e gruppi scolastici o famiglie, in sicurezza nei grandi spazi aperti delle campagne italiane, offrendo percorsi didattici o ricreativi sull’ambiente rurale, il lavoro degli agricoltori, l’origine dei prodotti alimentari e la vita degli animali. Una rete che nella stagione pandemica ha garantito un contributo determinante alle famiglie, in particolare bisognose, in termini di accoglienza e di offerta di servizi socio-educativi, anche nelle aree più svantaggiate del Paese”.
Festa dell'educazione alimentare
“Oggi ci troviamo a Roma, dal Presidente della Repubblica Mattarella, per ripercorrere un percorso nato a Brescia, che ha registrato un enorme successo ed è stato replicato a livello nazionale – precisa Massimo Albano, direttore di Coldiretti Brescia -. Questa manifestazione mostra l’importanza di educare le nuove generazioni ai valori dell’agricoltura e agli stili di vita sani, per crescere consumatori consapevoli e colmare il distacco tra città e campagna. Una sfida che vogliamo portare avanti, anno dopo anno, in questo progetto che rappresenta il fiore all’occhiello delle nostre attività sul territorio”.
Il mondo della scuola è sempre più attento ai temi legati all’ambiente e alla sane alimentazione a partire dall’educazione civica. “In questo anno di complessità – precisa Federica Di Cosimo, referente scuola dell’ufficio territoriale di Brescia - il progetto è andato avanti cambiando forma e facendo ancora una volta la differenza. Sapere cosa mangiamo, qual è il rapporto con il territorio e quali aziende lavorano per garantirci una sana e corretta alimentazione è un percorso educativo davvero arricchente. I ragazzi fanno esperienza, incontrano i produttori e conoscono anche le possibilità professionali che questo settore offre. Essere qui oggi, insieme al Presidente della Repubblica, per parlare di cibo giusto ed educazione dei ragazzi è un onore che supera ogni aspettativa”.
Protagonisti della mattinata, i ragazzi bresciani della scuola primaria. “Ho imparato un sacco di cose nuove – precisa Ginevra della scuola di Novagli di Montichiari - e ho fatto anche conoscenze con bambini di altre scuole, i laboratori sono stati molto belli e interessanti”. Un pensiero in grande da parte di Sara di Ghedi: “mi piacerebbe tantissimo poter incontrare il presidente Sergio Mattarella, fargli un po’ di domande e anche divertirmi facendo dei laboratori didattici con lui”.
“In questi anni abbiamo fatto passi importanti. Nel 2019 nelle scuole primarie è partita la prima campagna nazionale di educazione alimentare e dello sviluppo sostenibile in sinergia con gli Uffici scolastici regionali e reti di soggetti pubblici e privati del mondo sanitario, dell’Università e della ricerca, dello sport. Nel 2020 c’è stato l’inserimento di moduli formativi sull’educazione alimentare e il modello di agricoltura e sviluppo sostenibile nell’ambito dell’insegnamento dell’educazione civica - conclude Prandini -. La qualità della vita dei nostri bambini e delle nostre famiglie inizia a tavola. Vogliamo che crescano bene, imparino a riconoscere il giusto cibo e a difendersi da quello che nuoce. Vogliamo che la prerogativa della dieta mediterranea, che ci consente di avere uno dei popoli più longevi del pianeta, rimanga patrimonio inscalfibile del nostro Paese”.