E’ SOS raccolti nelle campagne bresciane, dove a causa della siccità preoccupa la riduzione delle rese dall’orzo al frumento, dai foraggi al mais. È l’allarme lanciato dalla Coldiretti Brescia mentre con l’arrivo di Scipione, l’anticiclone subtropicale che nei prossimi giorni farà impennare i termometri, la situazione diventerà ancora più difficile. Infatti, come rileva il metereologo Andrea Giuliacci in occasione di un convegno organizzato da Coldiretti Brescia: “In Italia i cambiamenti climatici hanno colpito con intensità superiore a quella della media planetaria, in inverno c’è meno neve e in estate più caldo. Assistiamo a una rapida ritirata dei ghiacciai alpini, basti pensare che in 50 anni la loro superficie è diminuita di circa il 30%”.
Nei campi – sottolinea Coldiretti – manca l’acqua necessaria ad irrigare le coltivazioni che si trovano in una situazione di stress idrico che mette a rischio le produzioni, in un 2022 segnato fino ad ora da precipitazioni praticamente dimezzate. I gestori dei principali invasi idroelettrici, in un incontro con l’assessore regionale Sertori di settimana scorsa, si sono detti disponibili a sostenere le portate dei fiumi, ma finora si è mosso poco o nulla.
“Il momento è complesso e difficile su più fronti – interviene il Presidente di Coldiretti Brescia Valter Giacomelli - ma bisogna agire subito mettendo in pratica tutto quello che si può fare ora: insieme alle deroghe temporanee agli obblighi del deflusso minimo vitale è necessario quindi rilasciare l’acqua dagli invasi montani indipendentemente dalle dinamiche della produzione di energia. In questo momento serve chiarezza e un’azione coordinata anche con i Consorzi di Bonifica così come già richiesto da ANBI Lombardia”.
Non solo diverse produzioni in campo sono già in parte compromesse – spiega Coldiretti Brescia –, ma tra gli agricoltori c’è anche chi ha deciso di sospendere le semine dei secondi raccolti proprio a causa della scarsità idrica. Senza acqua – continua Coldiretti Brescia – non è possibile garantire la produzione di cibo Made in Italy sulle tavole dei cittadini in un momento peraltro difficile a causa della guerra in Ucraina e dei forti rincari nel carrello della spesa con aumenti di prezzi degli alimentari che hanno raggiunto a maggio il +7,1%.