7 Dicembre 2020
Sondrio: con il ritorno “in giallo” riapre la ristorazione, ma sarà un Natale di crisi

SONDRIO – Il crocevia, anche per la provincia di Sondrio, sarà la data dell’11 dicembre, quella del probabile ritorno in “zona gialla” della Lombardia. Potrebbero così riaprire i anche gli oltre 1100 tra ristoranti, bar, pizzerie e agriturismi situati nella provincia più settentrionale della regione. dopo oltre un mese di chiusura. Una boccata d’aria comunque insufficiente a coprire le perdite, ingentissime, che si stimano per causa di una stagione turistica invernale azzoppata sul nascere dai divieti imposti, che mette in crisi l’intera economia della valle.

Gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione – continua Coldiretti Sondrio – si sono infatti propagati a cascata sull’intera filiera agroalimentare, con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco.

A pesare sono state anche le limitazioni a carico delle aziende agrituristiche con attività di ristorazione, che si trovano in grande difficoltà quest’anno per le misure di contenimento già adottate e il crollo del turismo: non ultima, la decisione del coprifuoco di fine anno dalle 22 alle 7 del mattino seguente, che di fatto impedisce ogni forma di socialità a tavola ostacolata peraltro durante tutte le feste dall’obbligo di chiusura alle 18 per tutte le attività di ristorazione, anche nelle regioni gialle.

Peraltro, la decisione di blindare gli italiani nel proprio comune nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno – denuncia la Coldiretti - mette ko le strutture agrituristiche: un duro colpo ulteriore per l’economia rurale dei piccoli comuni ed anche vero paradosso se si considera che gli agriturismi spesso situati in zone isolate in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto: si tratta infatti dei luoghi più sicuri perché è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche.

“Dalla tenuta del tessuto economico e sociale delle aree interne dipende molto delle possibilità di ripresa della nostra economia” rimarca il presidente di Coldiretti Sondrio Silvia Marchesini. “Ben il 92% delle produzioni tipiche nazionali nasce nei piccoli borghi e Valtellina e Valchiavenna  ne sono un esempio: la nostra economia rischia di essere duramente colpiti dallo stop agli spostamenti e al turismo in montagna. Le limitazioni alle attività di impresa devono dunque prevedere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera per salvare l’economia e l’occupazione in un settore chiave per la bilancia economica della nostra provincia, oltrechè fortemente identitario e rappresentativo del territorio”.

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