SONDRIO – Frigo ricolmo dopo le feste, ma nulla si butta via e tutto si recupera grazie all’ingegno rurale che, nei secoli, ha visto lo sviluppo di ricette golose che valorizzano la “dispensa” rurale del giorno dopo.
Ma è proprio la “cucina del recupero” ad essere l’asso nella manica dei nostri consumatori: gli esempi non mancano, dalla frittata rognosa con la salsiccia o i salumi avanzati nei giorni scorsi. Poi gli gnocchi di pane e gli strangolapreti.
Con la carne macinata e gli avanzi dei salumi si può interpretare, invece, una delle ricette-simbolo della tradizione lombarda: si tratta dei mondeghili, le tradizionali polpette di carne, che le nostre nonne preparavano con pane secco, latte, biancostato, mortadella di fegato, uova, salsiccia e patate. Due curiosità: questa preparazione si diffonde in Lombardia sotto l’occupazione spagnola, come dimostra il nome derivato, appunto, dallo spagnolo albondigas (e a sua volta dall’arabo al-bunduch!)che indica un consimile piatto tutt’oggi in voga nella penisola iberica; inoltre, sono probabilmente le stesse cui si richiama il Manzoni nel capitolo VII dei Promessi Sposi, quando l’oste serve a Renzo, con Tonio e Gervaso nella taverna del paese infestato dai “bravi” “un piatto di polpette, che le simili non le avete mai mangiate”.
Con lo stesso principio si possono preparare gustosi polpettoni, da accompagnare al purè o a un tortino di verdure preparato con i vegetali avanzati il giorno prima.
Altrettanto “rurale” e “antispreco” il tortino di patate e cipolle. I formaggi contenuti nel frigo possono essere utilizzati per impreziosire gustose polente.
La frutta secca in più può essere facilmente caramellata per diventare un ottimo “torrone”, mentre con quella fresca si ottengono pasticciate, marmellate o macedonie. E per dare un nuovo sapore ai dolci più tradizionali, come il pandoro o il panettone, si ricorre spesso alla farcitura con creme.
“Il buon senso della cucina popolare e delle ricette che ottimizzano il recupero della dispensa è anche la risposta al grave fenomeno dello spreco alimentare” sottolinea il presidente di Coldiretti Sondrio Silvia Marchesini.
“Particolarmente rilevanti a livello nazionale sono gli sprechi domestici che – denuncia la Coldiretti provinciale – rappresentano in valore l’assoluta maggioranza del totale e sono superiori a quelli nella ristorazione, nella distribuzione commerciale, nell’agricoltura e nella trasformazione. Non si tratta solo di un problema etico ma che determina anche effetti sul piano economico ed anche ambientale per l’impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti”.
La crescente sensibilità sul tema in Valtellina e Valchiavenna ha però portato oltre sette cittadini su dieci a diminuire o annullare gli sprechi alimentari adottando nell’ultimo anno strategie che vanno dal ritorno in cucina degli avanzi ad una maggiore attenzione alla data di scadenza, ma anche la spesa a chilometri zero dal campo alla tavola con prodotti più freschi che durano di più.