20 Marzo 2021
Sondrio: “Serve fronte comune per internazionalizzazione”
SONDRIO – Un anno difficile per il mercato vinicolo valtellinese e chiavennasco, nonostante una crescita in termini di produzione che, nel 2020, ha interessato quasi tutte le referenze valtellinesi dallo Sforzato di Valtellina Docg (+17,3% sul 2019 secondo i dati diffusi da Regione Lombardia) al Valtellina Superiore Docg (+25,57%), fino a­ll’exploit del +27,25% del Terrazze Retiche di Sondrio Igt, mentre flette del 23,75% la Doc Rosso di Valtellina.
“Le chiusure altalenanti della ristorazione e del canale ho.re.ca, durante gli ultimi 12 mesi, ha provocato un profondo ridimensionamento del mercato, con cali di ordinativi a due cifre e richieste più che dimezzate” conferma Coldiretti Sondrio attraverso il presidente Silvia Marchesini“Peraltro, i quantitativi ordinati sono molto più ridotti: l’incertezza, infatti, porta i ristoratori a limitare le scorte e a frazionare le consegne. Tutto più complicato, quindi, con i costi della lo­gistica che diventano più incisivi. L’assenza del turismo nel corso della stagione invernale, poi, ha ulteriormente sferzato il comparto, che rappresenta una punta di diamante dell’agricoltura valtellinese e chiavennasca, rendendola nota nel mondo: grazie al vino, i caratteristici terrazzamenti sul versante retico, ad esempio, sono divenuti esempio e simbolo di un’agricoltura eroica, identitaria e di qualità”.
In più, anche quest’anno è stata annullato il consueto appuntamento con Vinitaly, “che per i nostri produttori rappresenta un importante momento di confronto con il mercato e i buyers internazionali: un momento di contatto strategico che, per il secondo anno consecutivo, verrà a mancare mentre ancora l’uscita dal tunnel-covid si prospetta con un preoccupante rilento”.
                                                                                                                                            
L’appello di Coldiretti Sondrio è “fare quadrato per garantire una veloce ripresa del mercato, sia sul fronte interno che sui mercati internazionali. Una volta riaperte le frontiere e riattivato in via definitiva il canale della ristorazione, occorrerà un forte lavoro di squadra per una promozione efficace del brand vinicolo valtellinese e chiavennasco, fatto di eccellenze che derivano dal lavoro diretto dei produttori. Va anche rafforzata la sinergia con il turismo: si tratta di due comparti che possono e devono camminare insieme, a staffetta. E, ovviamente, non va trascurato il traguardo delle olimpiadi e nei pochi anni anni che da esse ci separano. Una partita importante che si gioca, decisamente, sullo scenario mondiale insieme a tutti gli altri attori del paniere gastronomico valtellinese: dai formaggi, alla bresaola, ai salumi, alle mele, alle colture della tradizione alpina”.
 
Nonostante la pandemia, il mondo ha comunque voglia di “bere italiano”, e lo conferma il fatto che – proprio nell’anno della bufera-Covid - l’Italia ha comunque conquistato il primato mondiale nel numero di bottiglie vendute nel mondo dove viene consumato circa la metà del vino italiano: un risultato che consente all'Italia di riprendersi la leadership mondiale di esportazioni in quantità con oltre 20,8 milioni di ettolitri (-2,4%) ai danni della Spagna e Francia. Tuttavia, con la frenata dell’export e dei consumi interni oltre 200 milioni di litri di vino in più rispetto allo scorso anno giacciono invenduti nelle cantine italiane, proprio per le cause sopracitate.
In gioco – conclude Coldiretti – c’è il futuro del primo settore dell’export agroalimentare Made in Italy che sviluppa un fatturato da 11 miliardi di euro e genera opportunità di lavoro per 1,3 milioni di persone impegnate direttamente in campi, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse e di servizio e nell’indotto che si sono estese negli ambiti più diversi: dall’industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle bioenergie, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dall’enoturismo alla cosmetica fino al mercato del benessere.
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