5 Febbraio 2021
Spreco alimentare: Sondrio e la sua provincia sono virtuose
SONDRIO – A Sondrio, l’emergenza pandemia ha portato più di un italiano su due (55%) a ridurre gli sprechi alimentari portando in tavola gli avanzi, con un trend favorito dalla maggiore permanenza in casa e ai fornelli per i lockdown e le misure anti-contagio. E’ quanto emerge dai risultati di un sondaggio condotto da Coldiretti e diffuso in occasione della Giornata nazionale contro lo spreco alimentare che si celebra domani, 5 febbraio. Altro dato positivo: la percentuale dei cittadini “virtuosi” sale di un punto, rispetto al 54% registrato con le precedenti rilevazioni.
 
“La pandemia ha impresso una vera e propria svolta green nei comportamenti dei consumatori proprio a partire dalla tavola, spinta dal fatto che le misure anti contagio portano la gente a stare di più a casa con il recupero di riti domestici come il cucinare che diventa oltre che necessità quotidiana anche un momento di aggregazione familiare più sicura di un pasto o di un aperitivo in mezzo a estranei o a persone che vivono fuori dal proprio nucleo domestico”. Così il presidente di Coldiretti Sondrio Silvia Marchesini che pure, rimarca come “la cultura antispreco deriva, nelle nostre terre, anche da quell’antica sapienza contadina che tramanda ricette, rimedi e soluzioni in cucina di generazione in generazione: dagli gnocchi di pane, alle torte salate, alle polente insaporite con il formaggio. Tutte preparazioni golose che possono evitare di gettare via gli avanzi rimasti in dispensa ma ancora buoni”.
 
Il risultato è anche un più efficiente utilizzo del cibo che si traduce in una maggiore attenzione agli sprechi. Sulle tavole degli italiani – continua Coldiretti Sondrio – sono così tornati i piatti del giorno dopo come polpette, frittate, pizze farcite, ratatouille e macedonia. Ricette che non sono solo una ottima soluzione per non gettare nella spazzatura gli avanzi, ma aiutano, appunto, a non far sparire tradizioni culinarie del passato radicate sul territorio.
 
Il risparmio del cibo non è solo un problema etico ma che determina anche – precisa la Coldiretti provinciale – effetti sul piano economico ed anche ambientale per l’impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti. Lo spreco alimentare nelle case degli italiani ammonta comunque a circa 36 kg all’anno pro capite e cresce durante l’estate con l’aumento delle temperature che rendono più difficile la conservazione dei cibi.  Tra gli alimenti più colpiti svettano infatti verdura e frutta fresca, seguite da pane fresco, cipolle e aglio, latte e yogurt, formaggi, salse e sughi.
Ma sul territorio cresce anche l’abilità nel recupero, anche grazie alle ricette “antispreco” della tradizione rurale: dalle polpette di carne (diffusi dalla montagna alla pianura, fino a Milano dove sono noti come mondeghili) alle torte di pane, ma anche quiches, torte salate, zucchine e verdure ripiene, frittate, ratatouille e macedonia, solo per fare qualche esempio.
Ma, dallo scambio di battute con i consumatori agli AgriMercati, si comprende che la cucina “antispreco” è una realtà consolidata e in crescita nelle abitudini dei cittadini: a casa, infatti, si adottano da tempo soluzioni multiple e diversificate per contenere lo spreco di cibo. La strategia più diffusa è quella di una spesa più oculata acquistando solo quello che serve. Ma sempre più spesso si torna all’antica tradizione italiana e contadina di usare quello che avanza per il pasto successivo. In 1 caso su 4 (25%) si cerca di fare più attenzione alla scadenza dei prodotti oppure riducendo le quantità acquistate, evitando così di riempire il carrello con cibo che non serve o che rischia di rovinarsi a forza di stare nel frigo o nella dispensa senza essere toccato.
Nonostante ciò il problema resta però rilevante con gli sprechi domestici che – denuncia Coldiretti – ammonta ancora a circa 27 kg all’anno pro capite secondo Waste Watcher. Tra gli alimenti più colpiti svettano verdura e frutta fresca, seguite da pane fresco, cipolle e aglio, latte e yogurt, formaggi, salse e sughi. Non si tratta quindi solo di un problema etico ma che determina anche – precisa la Coldiretti – effetti sul piano economico ed anche ambientale per l’impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti.
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