Suinicoltura bergamasca in difficoltà a causa dell’ingiustificata riduzione dei prezzi riconosciuti agli allevatori. A lanciare l’allarme è Coldiretti Bergamo preoccupata per il futuro di un comparto rilevante per l’economia del territorio.
“Sono in atto delle speculazioni inaccettabili che stanno mettendo in ginocchio una delle nostre produzioni di punta – spiega il presidente di Coldiretti Bergamo Alberto Brivio -; i prezzi attualmente riconosciuti agli allevatori non coprono neanche i costi di produzione che sono invece in costante crescita. Mentre gli allevatori sono impegnati a rispondere a tutte le esigenze dei consumatori e a garantire i massimi standard per quanto riguarda il benessere animale, è assurdo il comportamento di alcuni macelli che stanno unilateralmente tagliando i prezzi di ritiro dei suini, senza rispettare i prezzi fissati dalla CUN (Commissione unica nazionale)”.
Secondo il presidente di Coldiretti Bergamo in questo modo si mette a rischio l'intera filiera e vengono messi in ginocchio gli allevamenti del nostro territorio che fanno riferimento a grandi prodotti di qualità come il Prosciutto di Parma e quello di San Daniele. Queste eccellenze insieme a tutte le altre della salumeria italiana valgono 20 miliardi di fatturato e centomila posti di lavoro. In provincia di Bergamo si allevano circa 312.000 suini, una realtà che rappresenta il 7% del patrimonio suinicolo Lombardo.
“A fronte di questa situazione – conclude Brivio – bene ha fatto il nostro presidente nazionale, Ettore Prandini, a chiedere ai ministeri competenti di convocare un tavolo di filiera per rilanciare il settore e tutelare il reddito dei nostri produttori, ponendo immediatamente fine ai comportamenti scorretti”.