“Gli italiani possono comprare le uova sapendo addirittura se sono state prodotte a Varese, in Italia, o da un altro paese. Basta leggere attentamente quando è indicato su ogni guscio”. E’ quanto afferma il Presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori e il Presidente della Coldiretti di Como-Lecco Fortunato Trezzi in riferimento allo scandalo delle uova alla diossina prodotte in Germania.
“Le nostre uova – aggiungono Fiori e Trezzi - sono sicure perché le galline vengono alimentate solo con mangimi a base di cereali (innanzitutto mais) e i controlli delle autorità sanitarie sono ferrei con le analisi che vengono fatte prelevando i mangimi dalle mangiatoie”
“Grazie al pressing della Coldiretti – ricordano i due Presidenti - sulle uova dal 1° gennaio 2004 è stato introdotto a livello comunitario un codice che con il primo numero consente di risalire al tipo di allevamento (0 per biologico, 1 all'aperto, 2 a terra, 3 nelle gabbie), la seconda sigla indica lo Stato in cui è stato deposto (es. IT), seguono le indicazioni relative al codice ISTAT del Comune, alla sigla della Provincia (es. Va) e, infine il codice distintivo dell'allevatore. A queste informazioni si aggiungono quelle relative alle differenti categorie (A e B a seconda che siano per il consumo umano o industriale) per indicare il livello qualitativo e di freschezza e le diverse classificazioni in base al peso (XL, L, M, S).
“Sapere chi e dove si produce ciò che si mangia è quanto chiedono gli italiani – commenta il Direttore Tino Arosio– che dicono, a ragione, di fidarsi di più dei prodotti italiani, garantiti da una serissima politica di controlli che non ha pari nel mondo. Come avviene per le uova, finalmente sarà presto possibile conoscere l'origine di tutti i prodotti grazie all'approvazione definitiva del disegno di legge sull'etichettatura annunciato per il 12 gennaio dal Ministro per le Politiche Agricole Giancarlo Galan alla Camera dopo il consenso raccolto da tutti i gruppi parlamentari al Senato”.
Attualmente in Italia - spiega la Coldiretti - l'obbligo di indicare la provenienza è in vigore per carne bovina (dopo l’emergenza mucca pazza), pollo (dopo l’emergenza aviaria), ortofrutta fresca, uova, miele, latte fresco, passata di pomodoro, extravergine di oliva, ma l’etichetta è anonima per circa la metà della spesa dalla pasta ai succhi di frutta, dal latte a lunga conservazione ai formaggi, dalla carne di maiale ai salumi.
I consumi nazionali di uova, ricorda la Coldiretti, hanno raggiunto la cifra di 13 miliardi di pezzi all'anno, che significa una media di circa 218 uova a testa.
L’Italia è un forte importatore dalla Germania che è il principale fornitore di latte e derivati del nostro paese con quasi 41 milioni di quintali all’anno in equivalente latte (latte, latticini e formaggi), ma che esporta nella penisola anche grandi quantità di maiale (220 milioni di chili di carne e 3,7 milioni di chili di maiali vivi da macellare in Italia nei primi nove mesi del 2010) e, più marginalmente, di uova (2,7 milioni di chili tra quelle in guscio, fresche, conservate o cotte, sempre tra gennaio e settembre 2010) con un aumento del 12 per cento rispetto allo scorso anno.
“Occorre intervenire per non rincorrere le emergenze in un Paese come l’Italia che è forte importatore e dove – concludono Fiori e Trezzi- due fette di prosciutto su tre vendute come italiane che sono provenienti da maiali allevati all'estero, tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all'insaputa dei consumatori, e la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere.
I CIBI CON L'ETICHETTA CON L'ORIGINE SULLE TAVOLE DEGLI ITALIANI
Cibi con l'indicazione di provenienza |
E quelli senza |
Carne di pollo e derivati |
Pasta |
Carne bovina |
Carne di maiale e salumi |
Frutta e verdura fresche |
Carne di coniglio |
Uova |
Frutta e verdura trasformata |
Miele |
Derivati del pomodoro diversi da passata |
Passata di pomodoro |
Formaggi |
Latte fresco |
Derivati dei cereali (pane, pasta) |
Pesce |
Carne di pecora e agnello |
Extravergine di oliva |
Latte a lunga conservazione |