Impegno mantenuto: i fabbricati rurali e i terreni gestiti da coltivatori diretti o Imprenditori agricoli professionali (Iap) saranno esenti dall’Imu. Lo stabilisce il nuovo provvedimento del Governo, “un “ultimo atto” che scrive la parola fine all’unico caso di doppia imposizione fiscale sui fabbricati rurali: e l’impatto sarà importante e positivo anche nella nostra provincia prealpina”.

La soddisfazione di Coldiretti Varese è espressa in merito dal presidente e dal direttore, Fernando Fiori e Francesco Renzoni: “È stata mantenuta la parola data davanti ai 15 mila agricoltori presenti all’Assemblea nazionale, lo scorso luglio al Palalottomatica di Roma: in quella sede, infatti, il ministro delle politiche agricole Nunzia De Girolamo sottoscrisse tale impegno nel “Patto per l’Agricoltura”, presenti anche gli imprenditori agricoli del Varesotto”.
Fiori e Renzoni riconoscono, dunque, “la coerenza di una scelta che riconosce il ruolo ambientale, sociale e culturale dell’agricoltura italiana e delle imprese che vi operano”.
Anche la Coldiretti prealpina aveva più volte ricordato “la necessità di dare una risposta chiara e definitiva in relazione alla definitiva abolizione della rata Imu per fabbricati rurali e terreni agricoli”. La stessa Coldiretti, nel contempo, proseguiva un percorso di confronto continuo e incessante “per far presente le necessità e le priorità di chi lavora e fa impresa in agricoltura”.

A dare il “polso” della situazione valga il dato che quantifica in 700 milioni di euro l’insostenibile onere che l’Imu avrebbe comportato per le imprese agricole nel 2013.
L’Imu agricola è stata pagata nel 2012 da circa 3 milioni di contribuenti, di cui 600 mila agricoltori professionali (aziende agricole) secondo i dati divulgati dal ministero delle Politiche Agricole e Forestali, ancora riferiti all’intero territorio nazionale.

Un primo segnale positivo è stato, nelle scorse settimane, lo slittamento della discussione in merito: “Le imprese – aveva subito precisato Coldiretti - hanno bisogno di certezze e stabilità e non certo di una tassa ingiusta che colpisce i fattori di produzione. Si trattava di non mettere in crisi un intero sistema produttivo e la credibilità delle Istituzioni nei confronti delle imprese costrette ad affrontare la già difficile situazione economica: per questo è importante che tutti i rappresentanti parlamentari del territorio sostengano con vigore, e anche in futuro, le istanze di un comparto – l’agricoltura – che ancor oggi costituisce un importante motore economico per lo sviluppo delle nostre province”.
Per di più – conclude Coldiretti Varese – rimettere in discussione l’Imu in agricoltura “significava tirare il freno a mano ad uno sviluppo dell’imprenditoria giovanile agricola e ad un ricambio generazionale che vede proprio nella troppa burocrazia e in una fiscalità spesso opprimente il principale ostacolo all’ingresso dei giovani e delle “nuove leve” in agricoltura”.
Negli ultimi anni, proprio il carico burocratico e fiscale ha frenato ulteriormente gli investimenti di tantissimi giovani che desiderano oggi fare impresa in agricoltura, come anche la crescita delle oltre 59mila imprese condotte da giovani under 35 già presenti in Italia: e l’Imu, quando introdotta, ha purtroppo “contribuito” in modo ovviamente negativo”.