Le penalità sul surplus di latte prodotto nelle stalle lombarde nei mesi di febbraio, marzo e aprile 2022 sono state annullate dall’industria. Lo rende noto Coldiretti Bergamo nel comunicare la scelta fatta da Italatte società del gruppo Lactalis, la più importante industria casearia a livello nazionale.
Si tratta di un atto dovuto – sottolinea Coldiretti Bergamo – a fronte di una situazione di mercato come quella attuale in cui le quotazioni del latte spot nazionale sfiorano i 50 centesimi al litro sulla piazza di Milano , mentre agli allevatori viene retribuito intorno ai 41 centesimi al litro ed in alcuni casi anche molto meno .
Gli allevamenti si trovano in condizioni molto critiche – continua la Coldiretti provinciale – stretti tra il boom dei costi produttivi e un prezzo riconosciuto alla stalla che non copre le spese.
“Anche l’Ismea ha messo in evidenza con i suoi studi che il costo medio di produzione del latte, fra energia e spese fisse, ha raggiunto i 46 centesimi al litro – spiega Alberto Brivio, presidente di Coldiretti Bergamo -, un valore ben al di sopra di quello riconosciuto attualmente ai produttori. Inoltre ci troviamo di fronte a un quadro che si sta ulteriormente aggravando a causa delle tensioni internazionali dovute dalla guerra in Ucraina, con i prezzi di mais, soia e grano che continuano ad aumentare, così come le spese energetiche”.
Coldiretti Bergamo sottolinea che bisogna fare il possibile per evitare che il futuro delle aziende agricole venga messo a repentaglio. Per assicurare stabilità all’intera filiera è indispensabile il corretto riconoscimento del lavoro degli allevatori. Senza la sostenibilità economica nelle stalle, non ci può essere sostenibilità sociale e ambientale.
“Siamo scesi in piazza per far capire anche ai cittadini che la situazione che stanno vivendo i nostri allevatori è gravissima e servono interventi urgenti – prosegue Brivio -. Tutti gli attori della filiera si convincano che servono nuove modalità con cui definire un prezzo alla stalla che tenga conto dell’andamento del mercato e dei continui aumenti dei costi produttivi. Il riconoscimento di un prezzo che copra almeno i costi di produzione è un imperativo a cui non ci si può sottrarre, così come confermato anche dal provvedimento contro le pratiche sleali a cui come Coldiretti siamo pronti a fare appello, raccogliendo gli elementi necessari per presentare le prime denunce”.
Il settore lattiero caseario rappresenta un comparto cardine dell’agroalimentare italiano, con la Lombardia che rappresenta il 45% del latte nazionale e che vanta un patrimonio fatto di 14 formaggi DOP, 62 formaggi tradizionali a cui si sommano altre due tipicità come il burro e il burro di montagna. Anche nella Bergamasca il comparto lattiero caseario è una realtà di primo piano con circa 750 allevamenti che producono 4.100.000 quintali di latte e una tradizione casearia consolidata che dà vita a un vasto patrimonio di formaggi, tra cui spiccano le 9 DOP che rappresentano un fiore all’occhiello per tutto il territorio.