2 ottobre 2024
Riso, incognita maltempo sulla stagione
Crescono le superfici ma è SOS rese
Il maltempo rischia di condizionare la raccolta del riso, nonostante l’incremento delle superfici coltivate registrato ad inizio 2024. È quanto emerge dalle stime di Coldiretti Pavia diffuse in occasione della presentazione del progetto “Gli 80 anni del riso Carnaroli” che si è svolta oggi a San Martino Siccomario presso l’azienda agricola "Il Riso del paradiso"- Cascina Paradiso Vecchio.
Sebbene in provincia di Pavia le superfici coltivate a riso siano tornate a crescere (+14% l’incremento anno su anno, secondo le stime Coldiretti su dati Ente Risi), le piogge e i cambiamenti climatici rischiano di influire pesantemente sulla produzione risicola pavese. «Le continue piogge nei mesi di aprile e maggio hanno creato non pochi problemi agli agricoltori durante il periodo delle semine – spiega Silvia Garavaglia, Presidente di Coldiretti Pavia – Molti hanno dovuto aspettare il bel tempo, e questi ritardi accumulati nei mesi scorsi rischiano oggi di riflettersi negativamente sul potenziale produttivo».
Le aziende agricole che erano attrezzate per la semina in acqua (la tecnica tradizionale di semina del riso – spiega Coldiretti Pavia – negli ultimi anni sostituita dalla semina a file interrate) sono riuscite lo stesso a effettuare le operazioni, seminando il riso nel periodo corretto. Chi invece è stato costretto ad aspettare ha dovuto seminare tardi, rischiando di compromettere il ciclo vegetativo del riso. «È ancora troppo presto per fare delle stime sulle quantità: soltanto quando le mietitrebbie saranno ferme si potranno avere dei dati più certi – spiega ancora il Presidente di Coldiretti Pavia – Ma le avverse condizioni meteo delle ultime ore rischiano di aggravare ulteriormente la situazione, ritardando ancora di più la conclusione della trebbiatura».
Anche oggi a San Martino Siccomario, dove Coldiretti Pavia ha presentato il progetto “Gli 80 anni del riso Carnaroli”, la mietitrebbia non è potuta entrare in risaia: troppa la pioggia caduta nella notte. La produzione del riso in Italia – spiega Coldiretti – si concentra principalmente al Nord, con Pavia che è tornata ad essere la prima provincia risicola italiana con circa 80 mila ettari coltivati. «Nonostante ciò, i risicoltori italiani sono strangolati dalla concorrenza sleale delle importazioni dall’estero – sottolinea Antonio Tessari, Direttore di Coldiretti Pavia - Tanto che più di un pacco di riso su quattro venduto nel nostro Paese è straniero, spesso proveniente da Paesi che non rispettano le stesse regole, sul piano ambientale, sociale e sanitario, in vigore nell’Unione Europea ma che beneficiano di agevolazioni per inondare il mercato Ue di prodotto di bassa qualità che fa crollare i prezzi di quello nazionale».
Un esempio è la Cambogia, che nel 2023 ha visto aumentare le sue esportazioni in Italia del 67%, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat, mentre l’India ha addirittura quasi raddoppiato le vendite nel nostro Paese (+92). Nelle risaie asiatiche si utilizza peraltro il triciclazolo, un potente pesticida vietato nell’Unione Europea dal 2016, senza dimenticare le accuse di sfruttamento del lavoro, a partire da quello minorile. «Una buona notizia in questo senso è che pochi giorni fa la Commissione europea ha accolto la richiesta di opposizione formulata dall’Italia contro il riconoscimento dell'IGP Basmati presentata dal Pakistan – spiega ancora il Direttore di Coldiretti Pavia – È un risultato importante, ottenuto grazie all'azione esercitata da Coldiretti e Filiera Italia in rappresentanza della filiera risicola italiana, una risposta concreta al rischio di aprire ulteriormente le porte a produzioni ottenute con lo sfruttamento del lavoro minorile e l'uso di pesticidi vietati in UE».