Con i 34 centesimi e mezzo proposti dall’industria per un litro di latte alla stalla, gli allevatori non possono pagarci neppure un bicchiere d’acqua al bar, che costa 50 centesimi. “Ma soprattutto – lamenta il presidente della Coldiretti virgiliana, Gianluigi Zani – gli allevatori non riescono a coprire i costi di produzione e questo mette in pericolo la nostra zootecnia lattiera, alla quale dobbiamo un prodotto di alta qualità ottenuto in elevate condizioni igienico-sanitarie e di scurezza alimentare”.
L’ultimo accordo regionale con Assolatte è scaduto a giugno senza essere sostituito con revisione del prezzo, come chiedono i produttori “sulla base – fa notare la Coldiretti – di un buon andamento di mercato dei formaggi”. Nella nostra provincia e in Lombardia si è creata una situazione a macchia di leopardo con contratti che in genere prevedono acconti in vista di un accordo regionale. Le cifre oscillano fra i 34 e i 39 centesimi, mentre il latte spot, quello venduto fuori dai normali contratti di fornitura, viene trattato sopra i 40 centesimi al litro.
Molti allevatori hanno dato delega alla Coldiretti per trattare con i singoli acquirenti. “Il fronte industriale si sa sfaldando – osserva il presidente Zani – con posizioni molto diversificate. Le deleghe sono un segnale di grande compattezza dei produttori sulle ragioni che ci hanno fatto respingere la proposta di Assolatte di pagare appena 34,5 centesimi al litro il latte prodotto nelle stalle mantovane e lombarde”.