Milano, 04.02.2010 - “Valorizzare il “made in Italy” agro-alimentare, le produzioni locali, consente anche di proporre la storia, la cultura, la passione, il lavoro, i colori e i sentimenti del mondo agricolo italiano. Un mondo che si ribella all’appiattimento, all’omologazione, alla standardizzazione. Un mondo che fa della bio-diversità (naturale e delle sue produzioni) e dell’unicità dei proprio territorio la ricchezza maggiore da mettere a disposizione di tutta la società”.
Con queste parole Nino Andena, Presidente di Coldiretti Lombardia, riprende il tema tornato di attualità legato all’introduzione delle colture OGM. Andena ha infatti precisato che “In questo contesto, è fin troppo evidente che il modello produttivo cui appare orientato l'impiego di organismi geneticamente modificati sia il grande nemico della tipicità e della biodiversità e il grande alleato dell'omologazione. Per questo il NO di Coldiretti agli OGM è una precisa scelta di campo, una precisa posizione economica per il futuro di una agricoltura che vuole mantenere saldo il rapporto con i consumatori”.
Coldiretti Lombardia ricorda che sulla base dei risultati dell' ultima indagine annuale Coldiretti-Swg "Le opinioni di italiani e europei sull'alimentazione”, il 72 per cento dei cittadini italiani che esprimono una opinione ritiene che i prodotti alimentari contenenti OGM siano meno salutari rispetto a quelli tradizionali. Anche per questo Coldiretti Lombardia si oppone alla diffusione delle coltivazioni Ogm in Italia e sostiene l'obbligo di indicare in etichetta la loro eventuale presenza nei prodotti importati da altri Paesi per dare l'opportunità di riconoscere i prodotti "Ogm free".
Già nel 2007 Coldiretti Lombardia fu tra le promotrici della Coalizione regionale “liberi da OGM” e grazie a questa iniziativa è riuscita ad ottenere che ben 274 comuni, 2 province e 7 comunità montane abbiano deliberato il proprio territorio come “OGM free”.
“Mantenere questo territorio libero dagli OGM - ha concluso Andena - è un diritto sacrosanto della stragrande maggioranza degli agricoltori e dei cittadini e pertanto, se si dovesse rendere necessario, Coldiretti difenderà questo diritto democraticamente con un referendum degli agricoltori, come previsto dalla raccomandazione comunitaria in materia di coesistenza degli OGM con le altre coltivazioni”.
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