Ieri, in un chiaro giro elettorale, il neo ministro delle Politiche agricole Saverio Romano ha visitato la provincia di Pavia. Una girandola di appuntamenti che, in mezza giornata, lo hanno visto incontrare i viticoltori in Oltrepò, i risicoltori in Lomellina e gli allevatori nel Pavese.
Il primo apprezzamento a Saverio Romano è dovuto per il semplice fatto di aver preso in considerazione il nostro territorio. Seppure con lo stimolo delle prossime elezioni, Coldiretti riconosce al neo Ministro di aver voluto visitare Pavia a poca distanza dal suo insediamento e sottolinea che molto tempo è passato dalla precedente visita di un titolare dell’Agricoltura. Pavia è stata e resta una provincia preminentemente agricola e merita un’attenzione che non sempre le è stata riconosciuta.
“Tralasciando qualsiasi considerazione di carattere politico ed elettorale – ha dichiarato Giovanni Roncalli, direttore della Coldiretti di Pavia – abbiamo partecipato all’incontro svoltosi presso la sede dell’Ente Nazionale Risi a Castel d’Agogna e vogliamo dimostrare apprezzamento per le linee di indirizzo espresse dal Ministro.
Romano ha capito che la difesa dell’agricoltura italiana non si gioca sul tavolo dei contributi né su quello della produzione massificata, tanto meno è possibile aprire un confronto globale sul fronte dei prezzi. La difesa dell’agricoltura si gioca sul tavolo della qualità, dell’identificazione, del legame con il territorio. Gli strumenti sono l’etichettatura, la promozione del Made in Italy, la negazione della coltivazione riconosciuta come commodity. In questo senso apprezziamo le parole di Saverio Romano che condannano la strada degli OGM da molti, anche in Italia invocata come panacea di tutti i mali e in realtà strumento utile solo a poche multinazionali. Dall’Europa vogliamo meno contributi e più tutela per il nostro prodotto, ha dichiarato il Ministro e questa è la linea tracciata da Coldiretti che, in tutte le piazze d’Italia e in tutte le campagne, ha dato vita al progetto della Filiera agricola tutta italiana per rilanciare la qualità, la sicurezza e il valore di un patrimonio culturale che tutto il mondo ci invidia e ci copia sottraendo al mondo agricolo e all’intera economia del Paese un enorme quantità di reddito altrimenti destinato alle imprese agricole e ai consumatori italiani”.