Agricoltura 4.0, a che punto siamo? Dalla transizione ecologica alle energie rinnovabili, dall’innovazione tecnologica alle inedite e necessarie competenze professionali in ambito digitale. Temi centrali per lo sviluppo e la sopravvivenza dell’agroalimentare italiano, che Coldiretti ha voluto mettere al centro del convegno organizzato nel pomeriggio di venerdì 5 novembre, presso la sala Pedini del Centro Fiera del Garda, in occasione della 93^ Fiera Agricola Zootecnica Italiana di Montichiari.
Moderati da Antonio Boschetti Direttore dell’Informatore Agrario, insieme al presidente di Coldiretti nazionale Ettore Prandini, la tavola rotonda ha coinvolto importanti figure del panorama istituzionale italiano: Mariastella Gelmini, Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Mario Pezzotti direttore del centro ricerca e innovazione fondazione Edmund Mach e Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont.
"L’errore più grande che possiamo commettere è viaggiare per compartimenti stagni: agricoltura, industria, formazione e ricerca non sono mondi a sé stanti e devono poter interloquire in modo efficace - afferma il presidente di Coldiretti Ettore Prandini – bisogna uscire dalla logica del breve respiro e creare nuove forme di economia grazie a settori produttivi, educativi e tecnologici interconnessi. Solo così saremo in grado di formare i giovani, di valorizzare il lavoro delle aziende agricole, di ottenere l’autosufficienza produttiva e di resistere ai cambiamenti climatici. La sfida si traduce in crescita del Pil: l’agroalimentare oggi vale 570 miliardi di euro, e questa consapevolezza ci spinge a guardare oltre, nella ricerca e nell’innovazione, come nella giusta redditualità per le nostre imprese".
Agricoltura 4.0: tecnologie e formazione
La rivoluzione digitale in agricoltura vede lo sviluppo di applicazioni green sempre più adatte alle produzioni nazionali su diversi fronti, dall’ottimizzazione produttiva e qualitativa alla riduzione dei costi aziendali, dalla minimizzazione degli impatti ambientali con sementi, fertilizzanti, agrofarmaci fino al risparmio idrico e al taglio dei consumi di carburante. In particolare, gli strumenti tecnici di questo percorso riguardano la mappatura e il monitoraggio da remoto dei terreni (41%), l’analisi dei fattori ambientali e geologici (33%), il monitoraggio di macchine e attrezzature (23%) e la gestione delle risorse idriche (19%). Ma non mancano anche le soluzioni per il controllo remoto via smartphone e pc degli animali: una specie di “Grande Fratello” che spazia dalle stalle ai pascoli con rilevazioni che riguardano lo stato di salute, gli spostamenti e la distribuzione di cibo e acqua.
La tecnologia dunque è pronta, ma bisogna impiegarla al meglio, con lo sviluppo di competenze trasversali in tema di innovazione digitale. Sulla formazione dei giovani e potenziali agricoltori si è soffermata Mariastella Gelmini: "Il capitale umano deve essere centrale in ogni strategia istituzionale legata allo sviluppo del settore agroalimentare. Il PNRR contiene importanti riforme che coinvolgono anche l’istruzione tecnica dei ragazzi, in ottica di valorizzazione delle aziende italiane e della qualità delle nostre produzioni. Lavoreremo insieme a Coldiretti, che ha sempre mostrato visioni lungimiranti sul tema, per migliorare i luoghi di formazione e l’inserimento nel mondo del lavoro. Se l’agricoltura continua a crescere, anche in tempi così difficili, significa che qui c’è spazio per dare un futuro ai giovani italiani".