Garantire la sostenibilità economica delle aziende agricole per continuare a produrre cibo di qualità e investire sull’internazionalizzazione dei prodotti agroalimentari lombardi, puntando a nuovi mercati esteri. Così Paolo Carra, vice presidente Coldiretti Lombardia, intervenuto alla presentazione dell’indagine di Unioncamere Lombardia e Regione Lombardia sull’andamento del comparto agricolo lombardo nel 2° semestre 2021 con le prime valutazioni dei risultati dell’annata agraria 2021 che stimano a livello regionale un incremento del valore della produzione agricola di oltre il 10% e testimoniano la spinta data al settore dall’export che ha raggiunto un nuovo massimo storico.
“I risultati positivi dell’export agroalimentare lombardo – afferma Carra nel suo intervento – testimoniano quanto i nostri prodotti siano ricercati nel mondo. Dobbiamo sostenere le nostre imprese per consolidare i mercati tradizionali ma soprattutto per allargare gli orizzonti e raggiungere nuovi mercati. Per fare questo, però, va da sé che le aziende agricole devono essere messe nelle condizioni di poter continuare a produrre cibo di qualità con una giusta marginalità economica. Una condizione messa a rischio oggi più che mai dall’aumento continuo dei costi di produzione a fronte di prezzi riconosciuti che non coprono le spese e da una situazione internazionale sempre più incerta a causa della guerra in Ucraina”.
“Senza la sostenibilità economica delle nostre aziende – continua Carra – non ci può essere sostenibilità sociale e ambientale, non potremo continuare a produrre cibo per le famiglie italiane né tantomeno potremo valorizzare i nostri prodotti nel mondo. La pandemia prima e la guerra poi hanno dimostrato che la globalizzazione spinta e la delocalizzazione selvaggia hanno fallito e servono rimedi immediati e un rilancio degli strumenti europei e nazionali che assicurino la sovranità alimentare come cardine strategico per la sicurezza”.
“La stessa politica agricola comune (Pac) e il Pnrr oggi sembrano già inadeguati a rispondere alle esigenze del tempo nuovo che stiamo vivendo e vanno modificati. Per questo bisogna agire subito – conclude Carra – facendo di tutto per non far chiudere le aziende agricole e gli allevamenti sopravvissuti con lo sblocco di 1,2 miliardi per i contratti di filiera già stanziati nel Pnrr, ma anche incentivando le operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole a 25 anni attraverso l’Ismea, prevedendo nuovi sostegni urgenti per filiere più in crisi a causa del conflitto e del caro energia e fermando le speculazioni sui prezzi pagati degli agricoltori con un efficace applicazione del decreto sulle pratiche sleali”.