Cosa è l’agricoltura di montagna? Anzitutto, una pratica eroica che valorizza e tutela un territorio ricco di storia e biodiversità grazie al lavoro degli agricoltori, paladini di una rinnovata cultura imprenditoriale e sociale che offre grandi opportunità di sviluppo. Per questo è fondamentale mettere le attività montane al centro di strategie concrete e connesse a diversi settori produttivi, dall’agricoltura all’artigianato, fino al turismo, alla ristorazione e agli eventi sportivi.
Questo il messaggio del presidente di Coldiretti nazionale e Coldiretti Brescia Ettore Prandini in occasione del quinto appuntamento del ciclo di webinar “Sempre in Contatto”, venerdì 12 marzo, dedicato al rilancio dei territori montani. L’incontro online, moderato dall’imprenditore in agricoltura sociale Stefano Lancini, ha visto anche gli interventi di Gabriele Calliari, presidente di FederForeste, Anna Giorgi, responsabile polo “Università della Montagna” di Edolo e delegata del rettore dell’Università Statale di Milano per la valorizzazione delle aree montane e Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi di Regione Lombardia.
Agricoltura di montagna: le sfide
Rappresentanti del mondo istituzionale e accademico che testimoniano la volontà di creare nuove sinergie per riportare l’attenzione su questa importante fetta dell’economia locale. Un impegno che non richiede solo sostegno economico, ma anche strategie formative, sociali e di comunicazione per favorire uno sviluppo florido e sostenibile che ricada positivamente su tutte le filiere del territorio.
A cominciare, per esempio, dal tema forestale: attualmente l’Italia importa l’80% del legno che viene poi trasformato, ma offre mobili e design apprezzati in tutto il mondo. Recuperare il ruolo del legno italiano con appositi accordi di filiera è la strada giusta per valorizzare il settore e dare risposte importanti anche in termini di qualità di vita e tutela ambientale. Cogliendo la sfida, Gabriele Calliari, presidente di FederForeste, insiste sull’importanza di aumentare la conoscenza legata alle attività montane. “E’ fondamentale che a scuola si inizi a parlare del significato di fare agricoltura in montagna e di come mantenere questi territori. La consapevolezza di una montagna bella, fruibile e sicura, anche grazie al lavoro degli agricoltori, passa anche attraverso la nobilitazione del legno italiano. Per dare, anche in questo caso, origine, valore e mercato al prodotto made in Italy”.
L’importante dialogo tra mondo agricolo, forestale e formazione si riflette anche nelle parole di Anna Giorgi. “La montagna è una fetta importante del nostro Paese dal punto di vista geografico, ma lo è anche sul fronte economico e sociale. Non è un contesto territoriale da assistere: il vero rilancio richiede strumenti concreti, programmi specifici e politiche integrate. L’esperienza di Unimont, partita oltre 25 anni fa qui a Edolo, insegna che il modello funziona: passo dopo passo ospitiamo oggi studenti di tutta Italia che vogliono esprimersi professionalmente nel contesto montano. Continuiamo a costruire relazioni di valore per rendere questa esperienza replicabile e ancor più proficua”.
Sinergia con le istituzioni per creare valore
Sul fronte istituzionale, Regione Lombardia conferma l’impegno rivolto all’agricoltura di montagna. “La prossima Pac - spiega l’assessore all’agricoltura Fabio Rolfi -, deve prevedere una sezione specifica per la montagna, per integrare le attuali misure e dare continuità e organicità agli interventi. La necessità principale oggi è quella delle infrastrutture, fisiche e digitali, per mettere i produttori nelle condizioni di promuovere più efficacemente i prodotti. In questi anni, Regione Lombardia ha investito 15 milioni per la viabilità agro-silvo-pastorale, ha finanziato a Brescia 100 interventi per il recupero dei terrazzamenti e sostenuto 5 mila domande all’anno di indennità compensativa. I prossimi obiettivi sono la valorizzazione della zootecnia, la promozione della multifunzionalità e una ulteriore accelerata alla sburocratizzazione”.
“Grazie alla lungimiranza dell’assessore Rolfi - conclude il presidente Ettore Prandini - stiamo lavorando per fare sì che l’agricoltura di montagna abbia la stessa dignità di quella di pianura, in termini di crescita sociale e occupazionale. Quanto al Recovery Plan, è fondamentale immaginarne fin da subito le ricadute sui territori montani, anche in termini di bacini di accumulo, energie rinnovabili ed edilizia sostenibile. Continuiamo a fare sistema per formare gli imprenditori e informare i consumatori sull’eccellenza delle economie locali”.