Con almeno novemila assalti in dieci anni tra campagne e strade provocati dai cinghiali in Lombardia, ogni iniziativa che può aiutare ad arginare l’azione distruttiva di questi animali è importante. Così Coldiretti Lombardia commenta positivamente la delibera approvata dalla Regione su proposta dell’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi, che stabilisce la possibilità per gli agricoltori che subiscono danni causati dai cinghiali di indicare due operatori abilitati al contenimento dell’animale sui propri terreni.
Ringraziamo l’assessore Rolfi per l’attenzione con cui guarda a questa problematica – continua la Coldiretti Lombardia – testimoniata da questa ulteriore misura. La situazione nelle nostre campagne è ormai insostenibile in varie aree – continua la Coldiretti regionale – I cinghiali stanno mettendo a rischio la tenuta stessa delle aziende agricole, a causa delle devastazioni che provocano alle colture in campo: dal fieno, la cui qualità è compromessa dall’andirivieni di questi animali sui prati, al mais, le cui semine vengono decimate se non azzerate; dalle patate ai piccoli frutti che sono ricercati come cibo. Non vengono risparmiati neanche il riso, schiacciato dai loro zoccoli, o le vigne dove le piantine più piccole vengono sradicate mentre il frutto maturo viene mangiato. Danni si registrano anche negli uliveti – spiega la Coldiretti Lombardia – con i cinghiali che scavano vicino alle radici delle piante, pregiudicandone la tenuta. Questi animali – continua la Coldiretti – sconvolgono l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico e non risparmiano i muretti a secco, la cui arte è stata riconosciuta dall’Unesco patrimonio immateriale dell’Umanità.
Senza dimenticare – continua la Coldiretti Lombardia – il pericolo per la sicurezza delle persone sulle strade e nei centri abitati, oltre al rischio di diffusione di malattie come dimostrato dai primi casi di peste suina africana (PSA) riscontrati su cinghiali in Piemonte e Liguria ma anche in Germania, Belgio e Paesi dell’Est Europa, che rappresentano un grave campanello d’allarme per i nostri allevamenti di maiali. La Peste Suina Africana – precisa la Coldiretti – può colpire cinghiali e maiali ed è altamente contagiosa e spesso letale per questi animali, ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani.
Secondo le ultime stime – continua la Coldiretti Lombardia – a livello nazionale il numero di cinghiali ha superato i 2 milioni di esemplari. Non c’è più tempo da perdere, serve un’azione sinergica su più fronti per mettere in campo interventi decisivi e riportare sotto controllo la gestione di questi animali, sia a livello numerico che spaziale attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette.
La delibera approvata oggi – conclude la Coldiretti regionale – prevede anche il potere sostitutivo di Regione nei confronti di quegli Ambiti territoriali e Comprensori alpini di caccia in aree non idonee al cinghiale che non dovessero predisporre nei tempi stabiliti i piani di intervento.