5 Giugno 2024
Clima, forte preoccupazione nelle campagne cremonesi

E’ forte la preoccupazione nelle campagne cremonesi, flagellate dal maltempo, con ritardi importanti nelle semine, danni alle colture in campo e previsioni di cali nelle future rese per gran parte delle produzioni. 

Se a livello regionale si stima che, a causa delle piogge torrenziali degli ultimi mesi, manca ancora un terzo delle semine dei campi destinati a mais di primo raccolto, in provincia di Cremona la percentuale di campi non ancora seminati sale al 50 per cento. Si aggiunga la difficile situazione dei campi seminati e finiti lungamente sott’acqua – evidenzia Coldiretti Cremona – per i quali si teme di dover rifare tutto. Non fa eccezione la situazione per la soia: in questo caso – secondo la stima di Coldiretti Cremona – la percentuale di mancate semine, in terra cremonese, supera il 70 per cento.

In ritardo di circa dieci giorni sono anche i trapianti di pomodoro, coltura diffusa nella fascia casalasca del territorio; circa il 30% è ancora da trapiantare, con la grande difficoltà in questo momento di entrare in campo. Non va meglio per le altre orticole: mentre per le coltivazioni in serra si prosegue nei tempi consueti – spiega Coldiretti Cremona – forti ritardi ci sono per le coltivazioni esposte al maltempo. Si calcolano circa 15 giorni di ritardo per le zucche e almeno 30 giorni di ritardo per la semina dei meloni in campo.

“Con il maltempo che continua ad abbattersi sul nostro territorio – sottolinea Piercarlo Ongini, cerealicoltore di Bordolano e delegato dei giovani Coldiretti cremonesi – i terreni non fanno in tempo ad asciugare: diverse aziende sono state finora costrette a posticipare la semina del mais, ma anche chi come me era riuscito a portarle a termine si ritrova ora a dover rifare tutto. Anche i cereali autunno-vernini ancora in campo sono in una condizione di forte stress, sicuramente una parte del raccolto è persa. E anche parte del fieno purtroppo è marcito, per la difficoltà di raccoglierlo”.

Una situazione che preoccupa fortemente anche gli allevatori, dato il timore di non avere sufficienti rese per garantire l’alimentazione del bestiame, in una terra come la nostra che ha nella zootecnia da latte e da carne uno dei suoi fiori all’occhiello.

L’agricoltura – evidenzia Coldiretti Cremona – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ed è anche il settore più fortemente impegnato a contrastarli. A livello nazionale, i danni provocati dal maltempo e dalla siccità hanno superato nel 2023 i 6 miliardi di euro. Una cifra che potrebbe farsi ancora più importante, in un 2024 in cui tante regioni d’Italia fanno i conti con il maltempo, mentre in Sicilia rimane drammatica l’emergenza siccità.

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