COMO-LECCO – L’agricoltura di montagna “va salvaguardata come pratica eroica che valorizza e tutela un territorio ricco di storia e biodiversità grazie al lavoro degli agricoltori, paladini di una rinnovata cultura imprenditoriale e sociale che offre grandi opportunità di sviluppo”.
Lo sottolinea Fortunato Trezzi, nel rimarcare la centralità del settore primario nel sistema socioeconomico delle “terre alte” nelle province di Como e Lecco, anche alla luce dell’emergenza Covid “che in questi giorni, dopo l’annullamento della stagione turistica invernale, torna a stringere le maglie con una zona rossa che terrà sotto stress le attività economiche del territorio almeno fino a dopo Pasqua”.
Ma è fondamentale guardare avanti e “mettere le attività montane al centro di strategie concrete e interconnesse tra i diversi settori produttivi, dall’agricoltura all’artigianato, fino al turismo, alla ristorazione e agli eventi sportivi, anche in vista della prossima sfida olimpica che toccherà il settentrione lombardo”.
I temi peculiari che caratterizzano l’agricoltura montana sono diversi: alcuni molto specifici dell’areale lariano, come l’attività d’alpeggio e produzioni casearie fortemente identitarie, dalla Semuda dell’Alto Lario Occidentale fino agli stracchini in Valsassina. C’è poi il macro-tema forestale, non solo sul fronte della filiera bosco-legno-energia: attualmente l’Italia importa l’80% del legno che viene poi trasformato, ma offre mobili e design apprezzati in tutto il mondo: recuperare il ruolo del legno italiano con appositi accordi di filiera è la strada giusta per valorizzare il settore e dare risposte importanti anche in termini di qualità di vita e tutela ambientale.
“L’importante dialogo tra mondo agricolo, forestale e formazione è prioritario” rimarca il presidente Trezzi. “Ciò anche a partire dalla formazione: occorre tenere presente che l’agricoltura montana, e non solo, è nel pieno di una sfida digitale che scommette sull’innovazione e necessita di competenze sempre più specifiche. Sarà molto importante, soprattutto in vista di quel vero rilancio che richiede strumenti concreti, specializzazioni mirate e politiche integrate sul piano territoriale”.
Sul fronte istituzionale, Trezzi commenta positivamente la dichiarazione d’intenti della Regione Lombardia che conferma l’impegno rivolto all’agricoltura di montagna: in particolare, l’assessore all’agricoltura Fabio Rolfi “ha fatto bene a rimarcare che la prossima Pac deve prevedere una sezione specifica per la montagna, per integrare le attuali misure e dare continuità e organicità agli interventi. La necessità principale oggi è quella delle infrastrutture, fisiche e digitali, per mettere i produttori nelle condizioni di promuovere più efficacemente i prodotti”. Quanto al Recovery Plan, “è fondamentale immaginarne fin da subito le ricadute sui territori montani, anche in termini di energie rinnovabili ed edilizia sostenibile. È quindi importante continuare a fare sistema per formare gli imprenditori e informare i consumatori sull’eccellenza delle economie locali, affrontando insieme questa nuova “stretta” imposta dalla zona rossa. Sperando che sia davvero l’ultima, e che l’orizzonte sia quello di una vicina ripartenza”.