28 Aprile 2020
Coronavirus, chiesto stato di calamità per agriturismi lombardi

Stato di calamità per gli oltre 1.600 agriturismi lombardi. La richiesta, avanzata da Coldiretti Lombardia alla Regione, arriva dopo quasi due mesi di chiusura forzata a causa dell’emergenza coronavirus che ha portato un impatto negativo sugli agriturismi con picchi fino al -100% di attività. Lo rende noto la Coldiretti regionale nel sottolineare la necessità di anticipare la ripartenza per queste strutture per le quali è invece previsto un lockdown prolungato fino al mese di giugno, secondo le ultime disposizioni nazionali in vista della cosiddetta “Fase 2”.

Una prospettiva che rischia di compromettere ulteriormente l’attività di molte aziende agrituristiche già colpite dalle cancellazioni delle cerimonie religiose (cresime, battesimi, comunioni, matrimoni), dal blocco delle attività di fattoria didattica, oltre che dalle mancate gite con pranzi fuori casa tradizionalmente legati al periodo primaverile. Per la filiera – precisa la Coldiretti – si tratta di un duro colpo all’economia e all’occupazione, solo in parte attenuato dalla possibilità di vendita diretta a domicilio di prodotti e piatti pronti, che diverse aziende hanno colto e attivato proprio in questo periodo di emergenza.

E’ necessaria un’anticipazione dell’apertura – afferma la Coldiretti Lombardia – che consenta a questo comparto di poter ripartire all’inizio di maggio, riaprendo i cancelli della cascine, i percorsi naturalistici e gli spazi a tavola dove assaggiare le specialità della tradizione contadina dell’enogastronomia Made in Italy. Gli agriturismi, infatti, si trovano in campagna, in strutture familiari e lontano dagli affollamenti, con spazi adeguati per i posti letto e a tavola: per questo sono forse i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche.

L’agriturismo è tra le attività agricole più duramente colpite dall’emergenza Covid19 anche a livello nazionale, dove la Coldiretti è impegnata nel realizzare un piano, con risorse economiche di sostegno e misure straordinarie di intervento, che preveda anche l’annullamento delle imposte locali e della tassa di soggiorno, la semplificazione burocratica sulle norme edilizie comunali per l’adeguamento delle strutture alle nuove norme di sicurezza, la possibilità di una regolamentazione comune e omogenea in tutte le regioni d’Italia per l’attività di consegna a domicilio e asporto.

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