I dazi Usa del 25% imposti alle esportazioni agroalimentari Made in Italy valgono circa mezzo miliardo di euro. La black list americana coinvolge prodotti come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, pecorino e altri prodotti lattiero caseari, prosciutti di suini non domestici (esclusi Dop), crostacei e molluschi, agrumi, succhi e liquori. Momentaneamente "salvi" gli elementi base della dieta mediterranea: olio extravergine di oliva, conserve di pomodoro, pasta e vino.
In particolare, i prodotti italiani più colpiti dalla lista nera del Dipartimento del Commercio statunitense (USTR) in pubblicazione sul Registro Federale, che entrerà in vigore il 18 ottobre, sono Parmigiano Reggiano e Grana Padano, con un export da 150 milioni di euro nel 2018, in aumento del 26% nel primo semestre di quest’anno. Le tariffe doganali per questi due prodotti lattiero caseari di fatto triplicheranno, passando dal 15% al 40% sul valore del prodotto.
Lo scopo dei dazi Usa? Dividere e indebolire l'Europa
Significativa l’assenza del vino, prodotto Made in Italy piu’ esportato in Usa, mentre non sfuggono alla scure dei dazi Usa il nettare di bacco francese e l’olio di oliva spagnolo. Una manovra che evidenzia l'esplicito tentativo di dividere l’Unione Europea.
"Ora è necessario aprire la trattativa a livello comunitario e nazionale, dove una buona premessa al confronto sono le relazioni costruite dal premier Conte con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump - commenta il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, nel sottolineare l'esigenza che "vengano attivate al più presto forme di sostegno ai settori duramente colpiti dai dazi Usa, che nulla hanno a che fare con il mondo aerospaziale, al centro della disputa sugli aiuti a Airbus e Boeing, che ha originato la guerra commerciale".