Presso la Sala della Comunità a Marone, si è svolto venerdì 29 novembre il convegno dal titolo: “Come il cambiamento climatico cambia l’agricoltura e l’olivicoltura sul lago”, momento centrale della 10ª edizione della Festa dell’Olio Novello. Una serata molto partecipata, che ha messo al centro l’olio made in Brescia, il lavoro degli olivicoltori e le sfide poste dai cambiamenti climatici.
All’incontro – moderato nell’ambito della manifestazione promossa dal Comune di Marone – hanno portato i saluti istituzionali Alessio Rinaldi, sindaco di Marone, e Marco Ghitti, presidente della Comunità Montana del Sebino.
Sono inoltre intervenuti: Ettore Prandini, presidente nazionale Coldiretti, Paolo Inselvini, europarlamentare, Giorgio Maione, assessore all’Ambiente e Clima di Regione Lombardia, Diego Invernici e Floriano Massardi, consiglieri regionali, Gianfranco Comincioli, presidente Coldiretti Lombardia, Laura Facchetti, presidente Coldiretti Brescia e Simone Frusca, responsabile settore tecnico di Coldiretti Brescia.
Le trasformazioni climatiche in corso stanno ridisegnando il paesaggio agricolo della provincia di Brescia e dell’area del Lago d’Iseo – precisa Coldiretti Brescia - temperature più alte, inverni più miti, maggiore variabilità delle precipitazioni e fenomeni meteorologici estremi stanno modificando non solo le colture tradizionali, ma anche la distribuzione di specie come l’olivo, storicamente legato alle regioni mediterranee.
“Marone e il suo olio raccontano l’identità della nostra provincia: famiglie agricole che, con passione, mantengono vivi terrazzamenti e uliveti affacciati sul lago – precisa Laura Facchetti presidente di Coldiretti Brescia - il confronto di oggi è stato concreto e molto partecipato: abbiamo parlato di clima, ma anche di reddito degli agricoltori, giovani, turismo rurale e filiera corta. L’obiettivo è semplice e ambizioso: fare in modo che ogni bottiglia di olio del Sebino porti con sé il valore del lavoro dei produttori e la bellezza di questo territorio».
Negli ultimi anni la Lombardia ha visto crescere l’interesse verso l’olivicoltura: oggi la regione conta circa 2.000 ettari di oliveti e 49 frantoi attivi, e la provincia di Brescia rappresenta da sola l’85% degli impianti lombardi. Le aree lacustri – Garda e Iseo in particolare– stanno diventando sempre più favorevoli alla coltivazione dell’olivo grazie ai microclimi mitigati e all’innalzamento medio delle temperature.
«L’olivicoltura lombarda, rispetto ad altre nostre produzioni agroalimentari rappresenta una realtà di nicchia – racconta Gianfranco Comincioli, presidente Coldiretti Lombardia – è però una realtà di alta qualità e strategica in termini di gestione e cura del paesaggio, biodiversità e turismo. Per affrontare il cambiamento climatico servono strumenti adeguati sotto diversi aspetti: dalla lotta ai patogeni alla capacità di adattamento agli eventi estremi fino alla gestione dell’acqua e ai sostegni per l’efficientamento produttivo. L’appuntamento di oggi è una nuova occasione per sottolineare l’importanza di fare squadra tra istituzioni, mondo agricolo e comunità locali per dare un futuro alle nostre colline olivate”.
Il cambiamento climatico crea nuove criticità: siccità estive, stress idrico, gelate tardive, instabilità climatica e parassiti come la mosca olearia, la cimice, la calcola verde ecc., la cui incidenza è aumentata proprio per le condizioni meteorologiche atipiche. Nel Garda e nel Sebino, ad esempio, gli operatori segnalano negli ultimi anni anche forti oscillazioni produttive, con cali significativi in alcune annate. L’olivicoltura bresciana è una produzione “di nicchia”, ma dal grande valore culturale, ambientale e paesaggistico: custodisce tradizioni secolari, sostiene l’economia locale e contribuisce alla cura del territorio, contrastando l’abbandono delle aree collinari.
“L’obiettivo – precisa Simone Frusca responsabile settore tecnico di Coldiretti Brescia- è costruire una visione condivisa sul futuro dell’agricoltura bresciana e del paesaggio olivicolo del Lago d’Iseo, un patrimonio da proteggere e rendere resiliente per le prossime generazioni. Inoltre, potrà essere l'occasione per prendere sempre più coscienza dell'importanza del settore agricolo, non solo come comparto economico ma anche e soprattutto come presidio sul territorio, opportunità di resilienza nei territori più difficili ma strategici per l'assetto idrogeologico; l'agricoltura diviene presidio sociale, culturale, opportunità di conservazione della biodiversità, oltre che di approvvigionamento to del cibo, bene essenziale e insostituibile per la vita dell'umanità”.
Le conclusioni al presidente nazionale Coldiretti Ettore Prandini: “l’olio del nostro lago è il simbolo di un’agricoltura che resiste e innova. Gli eventi climatici estremi mettono in difficoltà gli olivicoltori, ma allo stesso tempo ci spingono a investire in ricerca, tecniche agronomiche più sostenibili e tutela del territorio. Come Coldiretti vogliamo che l’olio italiano, frutto di lavoro e qualità certificata, sia sempre più riconosciuto e valorizzato, difendendo i produttori dalle importazioni sottocosto e dalle speculazioni lungo la filiera».