Focus sulla filiera del latte: intervenire subito per salvare le stalle, sostenere gli allevatori e garantire la produzione delle eccellenze casearie made in Italy.
Con l’aumento esponenziale dei costi delle materie prime, gli allevamenti zootecnici sono in enorme difficoltà. A partire dal settore lattiero bresciano, eccellenza dell’economia made in Italy con una produzione annua di oltre 15 milioni di quintali di latte, pari al 12% del totale nazionale. Un comparto a rischio, mentre i consumi di formaggi made in Italy crescono, in Italia e nel mondo. Queste le parole di Valter Giacomelli, presidente di Coldiretti Brescia, in occasione del terzo webinar del calendario “Sempre in Contatto” dal titolo “Focus filiera latte: costi, prezzi e mercati”.
L’incontro, moderato dal direttore Massimo Albano, ha affrontato le problematiche e le prospettive di questo mercato. Dal tema del prezzo del latte alla stalla, alla sostenibilità economica degli allevamenti. “In questi mesi l’andamento dei costi di produzione, prima i componenti della razione alimentare poi anche quelli energetici, sta rendendo ancora tutto più difficile. Ecco perché riteniamo importante approfondire in questa sede gli scenari nazionali e internazionali che interessano il futuro delle nostre aziende”, commenta il direttore Massimo Albano.
Focus sulla filiera del latte
In apertura, collegato da remoto, l’intervento di Angelo Rossi, esperto del mondo lattiero-caseario e fondatore del CLAL, centro studi che analizza il mercato del latte e ne interpreta le tendenze, divulgando dati e informazioni utili agli operatori del settore. “Il problema del caro prezzi è globale. Dalla crescita esponenziale dei cereali, in primis mais e soia, alle quotazioni praticamente raddoppiate dei fertilizzanti. Tutto questo si riflette pesantemente sui costi delle razioni alimentari dei bovini da latte”.
La successiva analisi, sempre in collegamento, di Mirco de Vincenzi, Information Technology Analyst di CLAL, mostra il fronte dei prezzi e delle produzioni di latte. “I principali produttori Ue, ovvero Germania, Francia e Paesi Bassi, stanno producendo meno latte, a causa del calo della richiesta e dei vincoli ambientali, e la minore offerta sta rafforzando i prezzi del latte alla stalla. Dall’altra parte, invece, Polonia, Irlanda e Italia mantengono ritmi alti. Va sottolineato poi che l’Italia non è ancora autosufficiente, avendo nel 2021 coperto il 95% del fabbisogno interno di latte”.
Il peso dei formaggi
Si passa poi al mercato dei formaggi, in particolar modo del Grana Padano, con l’intervento del direttore del Consorzio Stefano Berni. Dal 1998 Berni è direttore generale del più importante Consorzio Dop d’Europa, con sede a Desenzano del Garda, che da oltre sessant’anni riunisce produttori, stagionatori e commercianti del formaggio Grana Padano per garantire il rispetto della ricetta tradizionale e la sua alta qualità riconoscibile in ogni singola forma. Le cifre registrate dal Consorzio nel 2020 raccontano un settore significativo dell’economia italiana: 5.255.451 forme totali di Grana Padano prodotte, 2.112.870 forme esportate (40,19%), 129 caseifici produttori e 40.000 addetti.
“Tra 2020 e 2021, nonostante la pandemia, abbiamo ottenuto una crescita dei consumi superiore al trend degli ultimi 10 anni – spiega Stefano Berni -. Questo perché la prolungata permanenza tra le mura domestiche ha portato le persone ad acquisire più consapevolezza circa la qualità del cibo portato in tavola. Importante anche l’export dove il nostro formaggio è protagonista della ristorazione di alto livello, che si distingue appunto per l’uso di prodotti made in Italy. Sarebbe importante introdurre anche nel nostro Paese l’obbligo di indicare sul menu la provenienza degli ingredienti utilizzati in cucina per valorizzare i prodotti Dop contro le imitazioni. In generale, le prospettive per il 2022 restano buone, con un punto di domanda legato alla reazione dei consumatori a fronte dell’aumento generale del costo della vita. Per il futuro puntiamo ad accrescere la presenza all’estero e a mantenere la posizione sul mercato nazionale”.
In chiusura l’intervento e commento del presidente di Coldiretti Brescia Valter Giacomelli. “Il settore caseario sta vivendo un momento molto positivo, purtroppo non possiamo dire la stessa cosa per i produttori della materia prima, il latte. Le stalle stanno producendo in perdita a causa dei costi di produzione in aumento, è urgente garantire una equa distribuzione del reddito all’interno della filiera. Solo così salveremo le stalle dalla chiusura, con il conseguente impoverimento dei nostri territori. Serve dunque una forte presa di coscienza da parte di tutti gli attori del lattiero-caseario e del mondo politico nazionale e locale affinché gli allevamenti smettano di essere l’anello debole della filiera e le nostre aziende ottengano la giusta marginalità”.