Due parti da record per la Lombardia: sono avvenuti presso la cascina Gudio a Basiasco, frazione del comune di Mairago (provincia di Lodi) dove da oltre dieci anni Marco Lunati alleva suini. Le “supermmame” sono due scrofe che si chiamano Gina e Alba: la prima, venerdì scorso, ha dato alla luce 26 maialini, mentre la seconda tre giorni prima aveva raggiunto quota 24.

 "Siamo di fronte a un fatto eccezionale - dice il professor Corino Carlo, direttore della Scuola di specializzazione in patologia suina dell'Università di Milano -. Non è una rarità assistere a parti intorno ai 18 lattonzoli, ma oltre i 20 è difficile andare soprattutto se si considera che da noi la media per parto è più bassa rispetto a quella del Nord Europa, che oscilla intorno ai 13 maialini".

Si tratta di un evento – spiega la Coldiretti Lombardia – che illustra bene quale sia il grado di specializzazione e capacità che hanno raggiunto gli italiani in questi anni, con una ricerca continua anche della qualità alla quale purtroppo non corrisponde ancora un adeguamento dei prezzi riconosciuti agli allevatori.

Alla borsa merci di Milano oggi le quotazioni dei lattonzoli fino a 30 chili sono arrivate a 2,37 euro al chilo (4 centesimi in più rispetto a quelle di giovedì scorso a Mantova) mentre per i grassi si è fermi a 1,265 euro al chilo. Valori – aggiunge la Coldiretti Lombardia – ancora molto al di sotto del limite di sopravvivenza per le aziende agricole.

Intanto due maxi mamme della cascina Gudio stanno bene e si stanno riprendendo grazie a una dieta specifica: dopo un'alimentazione a base di fibre, adesso stanno mangiando cibo a base di proteine e latte e per aiutarle a sostenere la prole sono state selezionate altre scrofe, le “balie”, che si occuperanno di nutrire parte dei nuovi arrivati. Tale pratica - spiega la Coldiretti Lombardia - è necessaria ai lattonzoli per assumere il colostro, il primo latte con cui la madre trasferisce ai figli le difese immunitarie. Per una scrofa è impossibile nutrire così tanti maialini tutti insieme perché non avrebbe abbastanza latte per tutti e alcuni rischierebbero di morire di fame.
(14/03/2011)

Fabio Bonaccorso comunicazione.lombardia@coldiretti.it 347/0599454