Il prezzo del pomodoro è al centro delle preoccupazioni degli imprenditori agricoli. Si tratta di una coltura che nella nostra provincia copre circa 4 mila ettari. “Le posizioni con gli industriali sono ancora troppo distanti – fa rilevare il presidente della Coldiretti virgiliana, Gianluigi Zani - per dare certezza al comparto, nonostante si sia ormai alla programmazione delle semine”.
La Coldiretti ha lavorato nei mesi scorsi, in sintonia con le Op (organizzazioni dei produttori) e con gli industriali per stabilire una media dei costi da cui far partire la trattativa sul prezzo. L’importo, senza considerare situazioni eccezionali, è risultato di 6.300 euro ad ettaro, ossia 91 euro a tonnellata. Gli industriali si sono però attestati su un valore molto inferiore.
“I produttori hanno bisogno di certezze – afferma il presidente Zani – per poter programmare gli investimenti. Se gli industriali intendono valorizzare il pomodoro italiano, servono impegni a lungo termine, con una base di prezzo modificabile in ragione dei costi, del’andamento di mercato e di altre variabili da definire”.
La Coldiretti intende valorizzare il prodotto italiano anche all’interno della Gdo (grande distribuzione organizzata). “La nostra recente vittoria sull’etichettatura obbligatoria aggiunge Zani – costituisce un elemento fondamentale per raggiungere questo obiettivo. Siamo convinti che il consumatore, se ha possibilità di conoscere l’origine del prodotto, sceglie quello italiano. Se però il prezzo del pomodoro continuerà a non coprire i costi di produzione, com’è accaduto l’anno scorso, i nostri imprenditori saranno costretti a scegliere altre coltivazioni”.