1 Aprile 2022
Che futuro abbiamo in testa?

Una mattina dedicata alle nuove generazioni, un percorso attraverso il cibo, l’educazione alimentare, la sostenibilità, la tecnologia, i cambiamenti climatici ma anche le dinamiche mondiali legate alla situazione attuale che stiamo vivendo. In sala, venerdì 1 aprile presso la Sala Civica del Foro Boario di Rovato, in occasione del convegno organizzato da Coldiretti Brescia all’interno del Progetto Scuola 2021/2022, numerosi imprenditori agricoli e oltre cento studenti dell’istituto agrario Einaudi di Chiari e dell’istituto agrario Vincenzo Dandolo di Bargnano di Corzano, che hanno interrogato i relatori su numerosi temi legati alle sfide del mondo del lavoro.

E in tema di futuro e nuove generazioni è intervenuto il presidente di Coldiretti Brescia Valter Giacomelli: “è un piacere rivolgermi ai giovani presenti, perché l’agroalimentare rappresenta un’opportunità concreta per realizzare i propri sogni. In prospettiva il nostro settore sarà chiamato a produrre di più, in quanto è aumentata sensibilmente la domanda di cibo a livello mondiale, ma dovremo farlo in modo sostenibile. Ciò significa ricerca, innovazione, miglioramento: questo può avvenire anche grazie alle nuove generazioni e alla scuola che avrà un ruolo fondamentale nella valorizzazione dei nostri ecosistemi di eccellenza. Un altro tema chiave è quello dell’internazionalizzazione: facendo rete, tra imprenditori, associazioni e istituzioni, riusciremo anche ad aumentare la presenza del made in Italy all’estero”.

Nuove generazioni e nuove sfide

Tanti gli spunti offerti dai relatori, moderati dal giornalista Luca Riva e intervenuti dopo saluti del sindaco di Rovato Tiziano Belotti. Una forte testimonianza viene da Davide Lazzari, giovane imprenditore vitivinicolo di Capriano del Colle e anche delegato Giovani Impresa di Coldiretti Brescia: “Oggi stiamo dimostrando come l’agricoltura sia un settore fondamentale per l’intera economia nazionale, abbiamo iniziato questo percorso riflettendo sul perché fare questo lavoro: l’agricoltore non è più solo un coltivatore, ma un imprenditore che difende e racconta territori, culture e contesti sociali. I giovani che si avvicinano a questo mondo devono farlo a testa alta, coscienti del loro ruolo indispensabile”.

Giuliano Noci, prorettore del Polo territoriale cinese del Politecnico di Milano, si rivolge direttamente ai giovani in sala. “L’Italia vanta la maggiore biodiversità del pianeta e ha anche vissuto il Rinascimento: un insieme di tradizioni non replicabili in nessun altro Paese del mondo. Troppo spesso, però, non ci rendiamo conto delle grandi opportunità, anche professionali, insite nella nostra storia. Secondo aspetto – continua Noci -, la pandemia ha mostrato l’importanza del benessere e della sicurezza alimentare: chi saprà sviluppare questo filo conduttore del “saper coltivare” avrà un futuro importante. Ma fare imprenditoria agricola oggi significa essere manager a tutto tondo, con tutti gli aspetti tecnologici e gestionali del caso. Parlo di precision farming, droni, Internet of Things e di tutta la digitalizzazione utile a minimizzare l’impatto ambientale e a garantire la tracciabilità, senza dimenticare il marketing e la comunicazione digitale. Il tutto, con la volontà di andare oltre, con mente aperta e capacità di fare rete”. Il messaggio del mondo politico alle nuove generazioni viene dall’assessore regionale Fabio Rolfi: “In platea oggi abbiamo davvero il futuro dell’agricoltura. Uno sviluppo che coinvolge diversi aspetti e che si deve basare su innovazione, ricerca e valorizzazione del prodotto. Innovare significa razionalizzare le risorse producendo di più e in maniera più sostenibile. La ricerca consente di far fronte ai problemi legati ai cambiamenti climatici e la valorizzazione del prodotto, legandolo al territorio, significa dare reddito alle imprese e alle filiere. Questa è la direzione della Regione Lombardia anche per superare le ideologie che hanno condizionato le scelte del passato a livello nazionale ed europeo”.

Clima ed educazione alimentare

Stimolante, su altri fronti, la visione della biologa nutrizionista Elena Turla: “si parla di futuro, di imprenditoria, di giovani, ma senza la salute non si raggiungono grandi traguardi. Per ottenerli serve conoscere e consumare il cibo di qualità, e Coldiretti ce lo insegna quotidianamente. Mi rifaccio ad alcuni studi della nutrigenomica, che ci dicono quanto la qualità dell’alimentazione incida sull’espressione dei nostri geni. Così si riescono a prevenire patologie, gravi o meno, che toccano anche i giovani, spesso consumatori di cibo spazzatura. Non parlo di diete last minute e prodotti light che vanno di moda sui social, ma di biodiversità e recupero dell’identità del territorio tornando alle tradizioni agroalimentari dei nostri territori inserite in stili di vita sani e corretti”.

Ma c’è un altro aspetto che può condizionare il futuro dell’agricoltura italiana, il clima. Su questo si è concentrato l’intervento di Andrea Giuliacci, meteorologo, climatologo e accademico: “che in Italia faccia più caldo è ormai una certezza, lo dicono i dati. Il costante aumento delle temperature medie annuali comporta, oltre alla diminuzione del ghiaccio e della neve sulle nostre montagne e ai lunghi periodi di siccità, la formazione di fenomeni atmosferici sempre più estremi, ovvero piogge, allagamenti, disastri, alternati a periodi severi di alta pressione. Il clima si è dunque estremizzato: restano da confermare scientificamente i motivi di questo cambiamento ma tutti gli indizi sperimentali ci conducono all’uomo, che attraverso le sue attività aumenta notevolmente la produzione di gas serra e, dunque, il calore trattenuto in atmosfera”.

Sempre sul tema ambientale l’intervento finale del presidente Valter Giacomelli: “Le sfide dell’acqua sono di primaria importanza, Coldiretti punta molto sulla trasformazione delle cave dismesse in bacini di stoccaggio per gli utilizzi in agricoltura. Siamo pronti a fare la nostra parte, come imprenditori agricoli, ma alla sostenibilità ambientale è importante coniugare quella economica, con la giusta redditualità che onora gli sforzi, gli investimenti e le competenze messe in atto”.

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