Stiamo assistendo ad un mercato del riso a due velocità. Da una parte i risi da interno, che godono di una quotazione positiva, e dall’altra i risi tondi e gli indica, che non beneficiano del medesimo favore e lamentano uno scarso interesse da parte dell’industria.
“O almeno questo è quanto l’industria sta cercando di farci credere – dichiara il direttore di Coldiretti Giovanni Roncalli – visto che da alcune settimane stiamo assistendo ad azioni speculative che hanno come unico obiettivo quello di deprimere questa particolare tipologia di prodotto principe della Lomellina. Del resto gli indicatori internazionali e la situazione delle disponibilità interne confermano l’assoluta infondatezza di questa anomalia, ed è per questo che i produttori non devono lasciarsi condizionare da sensazioni indotte ad arte per deprezzare il prodotto”.
“Inoltre – prosegue il presidente di Coldiretti Giuseppe Ghezzi – stiamo cercando di concretizzare una serie di iniziative per riprendere potere all’interno di una filiera che oggi ci vede soccombere di fronte allo strapotere dell’industria. L’obiettivo è quello di gestire meglio il mercato attraverso un monitoraggio, su ampia scala, dell’andamento dei prezzi e l’avvio di contratti di filiera che, partendo dai costi di produzione, tengano in giusta considerazione l’equa remunerazione di tutte le componenti”.
"Evitando la volatilità dei mercati attraverso uno stretto dialogo tra le parti interessate, dobbiamo giungere ad una precisa programmazione delle semine, affrontando il mercato svincolati dagli umori e dalle speculazioni, attraverso un meccanismo di consulenza che rappresenti una valida alternativa al sistema della mediazione tradizionale. Per fare ciò dobbiamo fornire alle imprese gli strumenti contrattuali capaci di assisterle nella commercializzazione, riconoscendo la qualità e i costi affrontati, differenziando il prodotto nazionale dalle commodity cui, troppo spesso e in maniera speculativa, l’industria ricorre per giustificare prezzi inadeguati”
“Vogliamo arrivare preparati alla sfida del disaccoppiamento totale che attende il comparto nel 2012 in cui saremo costretti a confrontarci con mercati sempre più globalizzati – conclude Roncalli – e questo impone il riconoscimento di un percorso di Filiera Agricola tutta Italiana anche per il riso, in grado di garantire un futuro alle imprese risicole che, con la loro attività, consentono al territorio di crescere e di perpetuare una tradizione colturale che ha permesso al riso italiano di essere universalmente riconosciuto come il migliore al mondo”.