“La peste suina veicolata dai cinghiali nelle zone soggette a restrizione, sta mettendo in crisi l’intero comparto, a cominciare dagli allevamenti che seppur indenni dalla malattia si trovano a fare i conti con divieti e limitazioni che rischiano di compromettere in maniera irreversibile la loro attività. In un momento così delicato serve la responsabilità dell’intera filiera: per questo accogliamo con favore l’iniziativa della cooperativa Opas”. È quanto afferma Laura Facchetti, presidente di Coldiretti Brescia, nell’annunciare la disponibilità da parte di Opas (cooperativa di suinicoltori e organizzazione di prodotto più grande d’Italia, leader nella produzione di cosce Dop) di lavorare le carni di maiali anche di allevamenti non associati con sede nelle zone di restrizione 1 e 2.
Gli allevamenti che, pur non avendo casi aziendali di infezione al virus della peste suina africana a seguito dell’applicazione della normativa comunitaria ricadono nelle zone di restrizione e vigilanza, hanno difficoltà a commercializzare le carni dei loro maiali che sono invece sicure e possono essere utilizzate per tutti quei canali della salumeria e per tutti i Paesi che non pongono restrizioni all’import. “L’ultima cosa di cui ha bisogno il settore sono le speculazioni – continua la presidente Laura Facchetti – che peraltro vengono fatte a scapito di aziende che da mesi si ritrovano bloccate e sono allo stremo sia dal punto di vista economico che umano”.
“Se da una parte va mantenuta alta l’attenzione con gli allevatori impegnati a mettere in pratica le imprescindibili misure di biosicurezza – aggiunge Alberto Cavagnini, suinicoltore, vicepresidente di Coldiretti Brescia e componente della consulta suinicola provinciale – dall’altra è necessario che tutti gli attori della filiera facciano la propria parte affinché tutti possano continuare a lavorare, per salvaguardare un comparto cardine del made in Italy agroalimentare” per questo, prosegue Cavagnini: “ci auguriamo che altri seguano l’esempio di Opas, che ha fatto propria una richiesta da tempo sollecitata da Coldiretti per dare una risposta concreta alle difficoltà degli allevatori, emerse negli incontri territoriali che abbiamo promosso”.
Al tempo stesso bisogna agire con determinazione per contenere in maniera definitiva il numero dei cinghiali, principale vettore della malattia: “è necessario continuare a rafforzare in modo deciso i piani di controllo già in atto – conclude la presidente Laura Facchetti - e potenziare tutti gli strumenti a disposizione, anche sul fronte del risarcimento danni e di sostegno al credito alle aziende agricole colpite”.