Quest’anno produrre fiori costa agli agricoltori italiani il 30% in più a causa dell’impennata dei costi energetici, con i vivai che sono oggi costretti a produrre praticamente in perdita. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti diffusa in occasione della mobilitazione dei mercati contadini di Campagna Amica in tutta Italia in vista di San Valentino, con diversi appuntamenti anche in Lombardia.
Oltre un italiano su due (53%) che fa regali per questa ricorrenza – spiega la Coldiretti in base a un sondaggio online sul sito www.coldiretti.it – quest’anno sceglie di donare piante e fiori. “Rose, orchidee, ciclamini i più richiesti – afferma Guido Ratti, florovivaista di Alzate Brianza (Como) - I prezzi per il consumatore sono in linea con le scorse stagioni: la speranza è che dopo due anni di Covid, questa volta si possa davvero tornare a respirare un po’ di normalità”.
Se da una parte la festa degli innamorati è attesa dal settore come occasione di rilancio dopo il calo dei consumi provocato dalla pandemia – spiega la Coldiretti – dall’altra i vivai proprio in questi giorni devono fare i conti con il caro bollette.
L’emergenza energetica si riversa infatti – sottolinea la Coldiretti – non solo sui costi di riscaldamento delle serre, ma anche su carburanti per la movimentazione dei macchinari, sui costi delle materie prime, fertilizzanti, vasi e cartoni. Nelle serre si spende dal 50% in più per il gasolio e l’elettricità al 400% in più per concimi e metano, mentre i prezzi degli imballaggi in plastica sono triplicati.
E se in altri settori si cerca di concentrare le operazioni colturali nelle ore di minor costo dell’energia elettrica – rileva Coldiretti -, le imprese florovivaistiche non possono interrompere le attività pena la morte delle piante o la mancata fioritura. Le rose ad esempio hanno bisogno di una temperatura fissa di almeno 15 gradi per fiorire e lo stesso vale per le gerbere, mentre per le orchidee servono almeno 20-22 gradi per fiorire ed in assenza di riscaldamento muoiono.
Un trend che pesa gravemente su un settore cardine per l’economia agricola nazionale che vale oltre 2,57 miliardi di euro, generati da 27.000 aziende florovivaistiche attive in Italia, con un indotto complessivo di 200.000 occupati, secondo Coldiretti. In Lombardia – spiega la Coldiretti regionale su dati del registro imprese – tra coltivazione di fiori e piante e cura del paesaggio si contano oltre 7mila imprese.
La scomparsa dei fiori italiani dai mercati rischia peraltro di favorire le importazioni da Paesi stranieri che nel 2021 hanno già fatto registrare un aumento del 20% in valore, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat relativi ai primi dieci mesi dell’anno. Spesso si tratta di prodotti ottenuti dallo sfruttamento come nel caso delle rose dal Kenya per il lavoro sottopagato e senza diritti e i fiori dalla Colombia dove ad essere penalizzate sono le donne.
Da qui l’importanza di preferire in un momento difficile per l’economia nazionale le produzioni Made in Italy – ricorda la Coldiretti – ma è importante anche l’opportunità offerta dal “Bonus verde”, l’agevolazione fiscale per gli interventi di sistemazione di terrazzi, giardini e aree scoperte di pertinenza, fortemente voluta da Coldiretti e riconfermata con la legge di Bilancio fino al 2024.