Pascoli secchi e pozze d’acqua usate dagli animali per dissetarsi e rinfrescarsi sempre più asciutte: la grande sete arriva anche ad alta quota e investe gli alpeggi. Lo rende noto la Coldiretti Lombardia sulla base di un monitoraggio sul territorio.
A causa della mancanza di precipitazioni e delle alte temperature – spiega la Coldiretti Lombardia – l’erba dei prati è ingiallita e asciutta. Una situazione che spinge gli animali, laddove possibile, a cercare da mangiare nei boschi vicini e che costringe gli agricoltori ad andare alla ricerca del foraggio necessario, mentre in alcuni casi solo l’intervento di elicotteri e autobotti ha permesso di assicurare l’acqua a greggi e mandrie.
Se l’assenza di pioggia continuerà – avverte la Coldiretti regionale – si va verso un rientro forzato e anticipato di diverse settimane nelle stalle a valle, con gli allevatori che rischiano di trovarsi senza fieno sufficiente da destinare agli animali nei prossimi mesi, avendo come unica alternativa quello di comprare foraggi e mangimi a prezzi molto elevati e non senza difficoltà nel reperimento.
Complessivamente – afferma la Coldiretti su dati regionali - sono 669 gli alpeggi lombardi: 264 a Sondrio, 176 a Brescia, 125 a Bergamo, 51 a Como, 46 a Lecco, 4 a Pavia e 3 a Varese.
Gli effetti del cambiamento climatico si fanno sentire anche in montagna - sottolinea Coldiretti - con la mancanza d'acqua che sta mettendo in crisi un sistema fondamentale per l'agricoltura e l'allevamento, con produzione tipiche, dai formaggi ai salumi, che rappresentano un patrimonio conservato nel tempo grazie all'impegno quotidiano delle imprese agricole per la salvaguardia delle colture, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari.