Sono circa 300mila le imprese agricole che si trovano nelle aree più colpite dall’emergenza siccità, che si estende anche alle aree urbane per effetto della caduta del 30% di precipitazioni in meno nell’ultimo anno, con la percentuale che sale al 40% per il nord Italia. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento al primo “Tavolo di lavoro sull'Acqua” a Palazzo Chigi, svoltosi mercoledì 1 marzo, con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Pianura padana sotto assedio
Ad essere assediate dalla siccità sono soprattutto le aree del Nord e del Centro Italia. Con la situazione più drammatica che si registra nel bacino della Pianura Padana – spiega Coldiretti –. Qui nascono quasi un terzo dell’agroalimentare Made in Italy e la metà dell’allevamento, che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo. A rischio sono l’ambiente, l’economia, l’occupazione. E la stessa sovranità alimentare, in una situazione già difficile per gli effetti della guerra in Ucraina.
Il fiume Po in secca
In una situazione in cui lo scorso anno sono caduti circa 50 miliardi di metri cubi di acqua in meno lungo la Penisola, il fiume Po è a secco e al Ponte della Becca (Pavia) si trova a -3,2 metri rispetto allo zero idrometrico, con le rive ridotte a spiagge di sabbia come in estate, secondo l’ultima rilevazione della Coldiretti.
Timori nelle campagne
Le precipitazioni annunciate per i giorni scorsi purtroppo, nel territorio cremonese, non si sono presentate. Nelle campagne si teme il ripetersi di un’annata come la scorsa, nella quale la siccità ha causato danni gravissimi - evidenzia Coldiretti Cremona -. Lo stato di magra del nostro grande fiume, il più grande fiume italiano, è purtroppo rappresentativo delle difficoltà in cui si trovano tutti gli altri corsi d’acqua del settentrione. I grandi laghi hanno percentuali di riempimento che vanno dal 36% del lago di Garda al 39% di quello Maggiore. Si scende al 19% per il lago di Como. Si registra inoltre lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino e appenninico.
Anche partecipando a vari servizi dei Tg nazionali e locali, gli agricoltori di Coldiretti Cremona stanno dando voce alla grande preoccupazione per l’annata ormai iniziata.
A rischio i tesori del made in Italy
Dalla disponibilità idrica - sottolinea Coldiretti - dipende la produzione degli alimenti base della dieta mediterranea. Dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dalla frutta alla verdura, fino al mais per alimentare gli animali per la produzione dei grandi formaggi come il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano, insieme alle carni e ai salumi più prestigiosi. Senza parlare, spostandosi in altri territori, della produzione di riso, le cui previsioni di semina prevedono un taglio di 8mila ettari e risultano al minimo da 30 anni.
Impegno per la sopravvivenza del territorio
“Gli agricoltori sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua - rimarca Coldiretti Cremona - ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali sono a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare”.
Progetto Anbi-Coldiretti
Con l’Italia che perde ogni anno l’89% dell’acqua piovana, Coldiretti a livello nazionale ha elaborato con Anbi il progetto laghetti. Si punta a realizzare una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando è necessario ai cittadini, all’industria e all’agricoltura.