SONDRIO – Servono interventi per evitare il tracollo dell’economia montana – dal turismo all’agricoltura- dopo l’annunciato stop agli spostamenti per le tradizionali feste natalizie che, in particolare, penalizzeranno la montagna. E’ preoccupata Coldiretti Sondrio, nel rimarcare come “la chiusura degli impianti sciistici e l’annullamento, di fatto, della possibilità di spostarsi in montagna per trascorrere il Natale e il Capodanno va a inasprire ulteriormente la crisi economica che grava sulle strutture ricettive e sulla filiera agroalimentare di Valtellina e Valchiavenna”.
“Non si tratta di entrare nel merito delle disposizioni, ma di pensare a come affrontarne esiti e ripercussioni: e gli scenari sono preoccupanti” sottolinea Silvia Marchesini, presidente di Coldiretti Sondrio. Scenari che accomunano la nostra provincia al contesto dell’intero arco alpino, “ma va sottolineato che, proprio in Valtellina e Valchiavenna, il turismo gastronomico e l’integrazione del tessuto agroalimentare al comparto ricettivo riveste un ruolo di primo piano: le ripercussioni sono sull’intero indotto, dagli agriturismi ai rifugi, dalle cantine vinicole. Proprio dal lavoro di fine anno dipende buona parte della sopravvivenza delle strutture agricole che con le attività di allevamento e coltivazione svolgono un ruolo fondamentale per il presidio del territorio contro il dissesto idrogeologico, l’abbandono e lo spopolamento, offrendo nel contempo possibilità di sbocco lavorativo e imprenditoriale per le giovani generazioni”.
In difficoltà anche gli agriturismi, già duramente colpiti dal lockdown di primavera e dall’assenza dei turisti stranieri. Spesso situati in zone isolate in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono forse secondo www.campagnamica.it i luoghi più sicuri perché è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche. Si stima peraltro – rileva Coldiretti Sondrio – che almeno 1/3 della spesa di turisti in viaggio nei nostri territori sia destinata all’alimentazione.
Non è un caso che appena lo 0,3% dei 66.781 casi di infortunio da Covid-19 registrate dall’ Inail in Italia riguarda l’agricoltura, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base delle denunce complessive di infortunio al 31 ottobre 2020 che evidenzia come la percentuale più bassa di contagi tra le diverse attività si sia verificata proprio nelle campagne mentre la percentuale in industria e servizi è del 98,1%.
Ma lo “stop al cenone” colpisce anche il segmento vinicolo, che riveste in provincia di Sondrio un ruolo di primo piano: le feste di fine anno fanno registrare tradizionalmente il massimo di domanda di vino. Il settore enologico è quello più colpito a tavola dalle limitazioni dei festeggiamenti anche nelle case, con i cittadini che dovranno dire addio ai pranzi e cenoni da 9 persone in media che hanno segnato il Natale ed il Capodanno nel 2019 secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’.
Lo stop agli spostamenti è destinato ad avere un duro impatto economico ed occupazionale in tutta la penisola, con la perdita stimata in 4,1 miliardi sono per le mancate spese dei turisti italiani di Natale e Capodanno che lo scorso anno hanno trascorso in media sei giorni fuori casa.