Primo tavolo regionale olio: ristorazione e oleoturismo sono occasioni concrete per la tutela e lo sviluppo del comparto anche sul territorio bresciano.
Mercoledì 30 giugno si è riunito il primo “tavolo regionale dedicato all'olio” promosso dall’assessore Fabio Rolfi per affrontare le principali tematiche del settore: dalle difficoltà degli ultimi anni legati alle fitopatie, all’importanza di trovare sistemi di valorizzazione e tutela del prodotto.
"Negli ultimi anni stiamo vivendo una situazione particolare – racconta Nadia Turelli olivicoltrice del lago d’Iseo e vicepresidente di Coldiretti Brescia –. La produzione di olive oscilla a causa di fitopatie difficili da combattere e situazioni climatiche non sempre favorevoli. Oggi diventa fondamentale tutelare l’eccellente produzione della nostra provincia attraverso il consolidamento del rapporto con il consumatore finale. Questo passa dallo sviluppo dell’oleoturismo, della sinergia con il mondo della ristorazione e dalla valorizzazione del marchio DOP, che oggi significa garanzia e controllo della tipicità e della unicità dell’olio bresciano".
Tavolo regionale olio: le sfide bresciane
La provincia di Brescia è ricca di olio, con oltre 1200 ettari coltivati di cui 195 a biologico. Un settore in via di sviluppo e di studio in particolare per quanto riguarda la lotta alla cimice. "Attraverso il sostegno di Regione Lombardia – aggiunge Nadia Turelli -, è iniziata una sperimentazione con l’Università di Torino per monitorare e trovare sistemi utili per contrastare il fenomeno dell’insetto. Lo studio viene fatto esclusivamente su oliveti convertiti a biologico, che vengono controllati e testati ogni 10 giorni".
Da sottolineare anche le misure attivate da Regione Lombardia per lo sviluppo e la promozione dell’olio d’oliva. “Oggi è importante lavorare per far crescere l’attenzione verso questo settore – precisa in conclusione Silvano Zanelli olivicoltore e Presidente di AIPOL Brescia –, non solo dal punto di vista economico ma soprattutto per il valore e la tutela dell’ambiente e del territorio. È anche importante sostenere il lavoro degli olivicoltori, per migliorare ancora di più lo standard qualitativo dell’olio e dare la possibilità di recuperare oliveti abbandonati ma preziosi per la biodiversità del nostro Paese”.