17 Marzo 2022
Ucraina, ok Ue su sblocco terreni a riposo

Con gli interventi straordinari decisi dalla Commissione Ue solo in Lombardia possono essere recuperati alla coltivazione fino a quasi 40 mila ettari di terreni tra quelli ritirati dalla coltivazione e quelli destinati ad aree di interesse ecologico. È quanto afferma la Coldiretti Lombardia nel commentare positivamente le dichiarazioni del Commissario europeo Janusz Wojciechowski sulla deroga agli obblighi Pac sui terreni "a riposo" come richiesto dalla Coldiretti.

Stanziamento fondi insufficiente per crisi drammatica

Appare invece insufficiente l’annunciato impiego della riserva di crisi da 500 milioni della Pac, più il cofinanziamento di misure di emergenza extra da 1 miliardo “poiché si tratta in realtà di appena 50 milioni di euro destinati all’Italia – denuncia Ettore Prandini, presidente nazionale Coldiretti – che sono assolutamente inadeguati a dare risposte concrete alle difficoltà che stanno subendo aziende agricole, della pesca e gli allevamenti costretti ad affrontare aumenti insostenibili di energia, mangimi, concimi. Per affrontare la crisi globale del settore ha fatto fino ad ora più l’Italia che l’Unione Europea”.

Prandini: "da Ue serve più coraggio e risorse"

A livello comunitario servono più coraggio e  risorse – ha sottolineato Prandini - per raggiungere l’obiettivo fissato dai capi di Stato a Versailles di migliorare la nostra sicurezza alimentare riducendo la nostra dipendenza dalle importazioni dei principali prodotti agricoli e dei fattori produttivi, in particolare aumentando la produzione di proteine vegetali dell’UE con l’invito alla Commissione a presentare quanto prima opzioni per affrontare l’aumento dei prezzi alimentari e la questione della sicurezza alimentare globale”.

La dipendenza italiana dall'estero

Un impegno che ridurrebbe sensibilmente anche in Italia la dipendenza dall’estero da dove arriva circa la metà del mais necessario all’alimentazione del bestiame, il 35% del grano duro per la produzione di pasta e il 64% del grano tenero per la panificazione, che rende l’intero sistema e gli stessi consumatori in balia degli eventi internazionali. L’Italia oggi deve importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti per anni agli agricoltori, costretti a ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni. Nell'ultimo decennio, inoltre, in Italia è scomparso anche un campo di grano su cinque perché, secondo la Coldiretti, la politica ha lasciato campo libero a quelle industrie che per miopia hanno preferito continuare ad acquistare per anni in modo speculativo sul mercato mondiale, approfittando dei bassi prezzi degli ultimi decenni, anziché garantirsi gli approvvigionamenti con prodotto nazionale.

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