Varese, 14 maggio 2010 - I dubbi, o le riflessioni che rischiano di alimentarli, devono avere una risposta certa e immediata. Sappiamo che l’Associazione Produttori Asparagi di Cantello l’ha già fornita, indicando i dati che rispondono adeguatamente agli interrogativi posti dalle riflessioni apparse su La Prealpina dello scorso Mercoledì 12 maggio.
L’asparago di Cantello merita di essere tutelato e ancor più valorizzato, perché costituisce un valore dell’agricoltura e del territorio varesino. Meritano certezze i consumatori, che quando decidono di acquistarlo al supermercato o quando decidono di ordinare al ristorante un piatto a base di asparago di Cantello devono essere certi che di questo si tratti.
L’associazione – che si è data anche un disciplinare di produzione in attesa di riconoscimento da parte del Ministero - ha indicato precisamente qual è il “marchio” identificativo di questo prodotto per la sua riconoscibilità; ha fornito la lista dei ristoranti dove si può trovare ed ha indicato  i punti vendita dove si può acquistare.  
I consumatori hanno capito che, anche  grazie al lavoro, agli sforzi ed agli investimenti fatti dalla gente dell’agricoltura in questi ultimi anni, possono beneficiare di un prodotto di nicchia distintivo del territorio e della tradizione rurale di quell’ area del varesotto che da il nome all’asparago bianco.
Gli agricoltori cantellesi – che domenica 16 maggio animeranno la sagra storica dell’asparago bianco – hanno saputo rilanciare la produzione (sfruttando il poco terreno agricolo idoneo alla coltivazione dell’asparago di Cantello), si sono messi insieme, lavorando sui processi produttivi e sulla qualità ‘rintracciabile’ del loro prodotto.
Ciò ha avuto il duplice esito di aumentare da un lato i volumi di produzione, soddisfacendo così la domanda dei consumatori, certi della provenienza territoriale; dall’altra di fare crescere il valore aggiunto ed il reddito degli agricoltori locali, consentendo così loro di mantenere un presidio sul territorio e di competere anche sul mercato, e di sostenere anche costi di produzione aziendali spesso insostenibili.
Ed è poi apprezzabile che il rilancio della coltivazione dell’asparago e le prospettive di possibili nuovi investimenti colturali stanno consentendo ai produttori di andare oltre la Vendita Diretta, di recuperare attraverso il canale della ristorazione abitudini enogastronomiche antiche, di arrivare così alla Grande Distribuzione virtuosa e di ‘esportare’ Varese anche oltre provincia.