Si chiude un 2010 per l’agricoltura varesina con un bilancio dal sapore agrodolce, che sconta ancora la situazione di crisi economica generale, il calo dei consumi, difficoltà climatiche che hanno condizionato in modo particolare gli ultimi mesi dell’anno (con ritardi nella raccolta del mais su gran parte del nostro territorio e rinvii delle semine autunnali.
Ed anche in provincia di Varese, nonostante alcuni comparti abbiano registrato qualche spunto positivo nei prezzi all’origine, il dato dell’andamento dei redditi è tuttora in calo, intorno ad un meno 3% in linea con il dato generale, accompagnato anche da una riduzione occupazionale, da collegare in particolare al settore legato alla manutenzione del verde.
“E’ il florovivaismo e le attività ad esso collegate che sconta in maniera più pesante la difficoltà economica generale, aggravata dalla mancata conferma delle agevolazioni sulle accise per il gasolio da riscaldamento serre, che ha accentuato il divario competitivo con gli operatori dell’UE – sottolinea Fernando Fiori Presidente di Coldiretti Varese”.
“Tiene la parte dei conti aziendali legata al costo del lavoro, grazie alla stabilizzazione delle agevolazioni contributive per le imprese agricole delle aree svantaggiate e di montagna, confermate dalla Legge di Stabilità approvata dal Parlamento”.
Ma a livello locale, il 2010 ha segnato l’avvio delle Grandi Opere Viarie (Pedemontana in primis, ma anche la Arcisate Stabio), che stanno avendo un impatto pesante su un territorio agrario già ridotto ai minimi termini dalla urbanizzazione di questi anni. Ed hanno preoccupato e condizionato gli operatori anche i crescenti danni provocati alle colture dalla fauna selvatica e dai cinghiali in particolare, che ha provocato perdite di produzione per quasi 100.000 euro, solo parzialmente compensati dai risarcimenti previsti.
Una boccata d’ossigeno arriva invece dal crescere della Vendita Diretta, che in provincia di Varese mostra un trend positivo. “Sono molti gli operatori che trasformano direttamente le loro produzioni, vendendole poi in azienda o nel mercato agricolo di Campagna Amica, che da settembre si svolge in città ogni venerdì – prosegue Fiori – tuttavia la ripresa appare ancora incerta, soprattutto perché continua a crescere la forbice tra costi di produzione e remunerazione delle produzioni in campo e alla stalla”.
Emblematico continua ad essere la vicenda del prezzo del latte alla stalla, che pur avendo registrato un incremento di valore resta ancora lontano da una corretta e giusta remunerazione
“Per questo attendiamo sul fronte legislativo l’approvazione definitiva della legge sull’obbligo dell’etichettatura d’origine”.