La centralità dell’agricoltura per garantire le forniture alimentari alla popolazione si sta vedendo anche durante questo periodo di emergenza causata dal coronavirus e fa riflettere una recente analisi di Coldiretti Lombardia da cui emerge che, nell’ultimo anno, nella nostra regione si è persa una superficie di terreno pari a oltre 800 campi di calcio, con il risultato che il suolo consumato è ormai pari al 13% del totale del territorio regionale.
“Da tempo – afferma il presidente di Coldiretti Bergamo, Alberto Brivio - stiamo lanciando l’allarme sulle conseguenze della cementificazione incontrollata delle nostre campagne, a partire dalla costruzione di nuove opere viarie. A questo riguardo credo sia necessario non fare ulteriori passi falsi e riflettere sull’opportunità di realizzare la Bergamo Treviglio, alla luce anche dei recenti sviluppi che abbiamo appreso dalla stampa. A mio avviso i 130 milioni chiesti alla Regione per la realizzazione del collegamento autostradale potrebbero essere invece impiegati per terminare le riqualificazioni che permetterebbero di superare le difficoltà dovute al traffico, apportando un miglioramento alla viabilità dei paesi interessati. Che senso ha collegare in modo veloce la Bassa con il capoluogo quando poi il resto della rete viaria è malandata o impraticabile?”
Per il presidente di Coldiretti Bergamo in un momento in cui la terra è diventata una nuova frontiera per i giovani si sta rischiando di prendere decisioni dalle conseguenze irreversibili, per le quali saremo chiamati a pagare un prezzo molto caro.
“L’emergenza sanitaria – sottolinea Brivio - ha ribaltato la geografia del valore della terra con i giacimenti di idrocarburi del sottosuolo che hanno perso centralità economica rispetto ai raccolti che crescono sui campi di tutto il mondo e che vengono considerati ormai vere e proprie riserve strategiche da proteggere e accantonare. Quello che stiamo vivendo è un momento di scelte importanti, tra queste figura sicuramente la necessità di non sacrificare ulteriori aree agricole per assicurare al nostro Paese la sovranità alimentare, anche in considerazione del fatto che stiamo assistendo ad una preoccupante frenata degli scambi internazionali e all’emergere di nuovi protezionismi e guerre commerciali dichiarate sui beni di prima necessità”.