4 Dicembre 2013
CREMONA – GIU’ LE MANI DALLA QUALITA’ ITALIANA E DAL NOSTRO FUTURO

“Giù le mani dalla qualità italiana! Giù le mani dal nostro futuro!”. “Prezzi: aumentano per i consumatori, crollano per gli agricoltori”. “Maiali italiani addio! Le industrie di trasformazione hanno triplicato le importazioni”. “650.000 maiali in meno “grazie” alle importazioni alla diossina dalla Germania”. “Il falso prosciutto Made in Italy ha già fatto perdere il 10% dei posti di lavoro”. Sono solo alcuni degli slogan sottolineati dai duecento imprenditori agricoli cremonesi che hanno preso parte oggi alla “battaglia di Natale: scegli l’Italia” promossa dalla Coldiretti. 

Dalla Lombardia duemila imprenditori agricoli, guidati dal Presidente di Coldiretti Lombardia Ettore Prandini e al fianco di altre migliaia di agricoltori in arrivo da tutta l’Italia, si sono diretti a Reggio Emilia (per portare la denuncia nel centro della Food Valley italiana, con un imponente corteo che ha sfilato lungo le vie, per chiudersi in Piazza S. Prospero, con migliaia di allevatori che hanno manifestato per salvare il vero prosciutto italiano assunto a simbolo della difesa del Made in Italy nei confronti delle imitazioni provenienti dall’estero) e al valico del Brennero (dove fin dalle prime ore della mattina, sfidando il freddo intenso, gli allevatori hanno invaso la frontiera tra Italia e Austria, smascherando i carichi di importazioni di bassa qualità che entrano nel nostro Paese per essere spacciate come italiane).

“Salviamo il vero prosciutto italiano” era lo slogan che, a Reggio Emilia, apriva il corteo. “Il prezzo dei suini ha subito un calo pazzesco: a memoria non ricordo un crollo così drastico, che rappresenta davvero una  mazzata per noi suinicoltori – ha sottolineato Serena Antonioli, allevatrice di Vescovato (Cremona)  –. La responsabilità è certamente da attribuire alla concorrenza sleale da parte di prodotti anonimi, importati dall’estero, che poi vanno a confondersi con il vero Made in Italy. Il continuo ingresso di carne di bassa qualità, a prezzi bassi, che poi viene confusa con il nostro prodotto sta uccidendo le nostre imprese. Da allevatrice semplicemente domando perché non si possa avere l’indicazione dell’origine in etichetta anche per la carne del suino, come già avviene per quella bovina. La nostra richiesta sta tutta qui: si indichi in etichetta la reale provenienza del prodotto. Saranno poi i cittadini a decidere cosa acquistare”.
“E’ a rischio la sopravvivenza stessa della  suinicoltura italiana. Ci sono macelli italiani che stanno importando dall’estero grandissime quantità di maiali vivi, per poi macellarli in Italia. Questo, a mio parere, rappresenta la più grande minaccia per i nostri allevamenti: parliamo di suini che arrivano da paesi dove non sono previste le severe regole in materia si sicurezza che abbiamo noi, chi ci garantisce che essi non portino malattie, che poi in qualche modo si trasmetteranno ai nostri animali?”. E’ la denuncia di  Giannenrico Spoldi, suinicoltore di Trigolo (Cremona), anch’egli nella folta delegazione di Coldiretti Cremona presente a Reggio Emilia, guidata dal Direttore di Coldiretti Cremona Simone Solfanelli.  “A causa di queste importazioni selvagge dall’estero i prezzi dei nostri suini crollano – aggiunge Giannenrico Spoldi –. I  carichi nei nostri allevamenti  slittano, i pagamenti slittano, e si perde quella liquidità che invece, in questo momento, sarebbe vitale, considerati anche i costi delle materie prime”.
“Rispetto a tutto questo la beffa è che poi questa carne macellata da animali importanti finisce col confondersi con il prodotto italiano. Sappiamo bene come funziona: entrano animali vivi chissà da dove, oppure carni da animali allevati all’estero, e poi escono prodotti tutti “Made in Italy”. Ci rimettono gli allevatori italiani e i consumatori. E questo imbroglio è possibile perché per la suinicoltura non c’è un’etichetta chiara, sulla quale ci sia scritto il paese di provenienza dei suini” fa eco il fratello Sebastiano Spoldi, che in serata insieme a numerosi allevatori cremonesi partirà diretto al valico del Brennero, dove Coldiretti Cremona darà il suo apporto al presidio in atto, che  proseguirà per tutta la notte e anche domani, in  collaborazione con le forze dell'ordine.

“Trecentomila suini in meno. E’ questo il dazio pagato negli ultimi due anni dalla Lombardia alla crisi degli allevamenti – evidenzia Coldiretti Lombardia – stretti fra prezzi che non coprono i costi di produzione e importazioni di carni e cosce dall’estero che stanno inondando il mercato, tanto che 2 prosciutti su 3 in Italia arrivano dall’estero”.
A livello provinciale, negli ultimi due anni Cremona ha perso oltre 90 mila suini.

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